Venerdì abbiamo visto un nuovo calo dei prezzi del petrolio greggio, che hanno perso circa il 3% la scorsa settimana, e intorno al 50% su base annua.
La Goldman Sachs ha tagliato ancora le sue previsioni, citando l’accresciuta possibilità che la materia prima scenda fino ad un minimo di 20$ a barile.
“Mentre siamo sempre più convinti che il mercato debba vedere prezzi ancora più bassi e più a lungo per avere un vero taglio della produzione, la fonte del declino della produzione e il meccanismo che lo sta forzando sta diventando sempre più incerto, facendo crescere la possibilità che alla fine vedremo un prezzo nettamente inferiore, di circa 20$ a barile per il Brent”, ha dichiarato la Goldman venerdì.
Una sovrapproduzione di petrolio e la mancanza di spazio sufficiente dove metterlo dovrebbe mantenere i prezzi bassi. La banca d’investimento stima che oltre 240 milioni di barili di petrolio sono andati ad aggiungersi alle scorte tra Gennaio e Agosto, e attualmente, al di fuori della Cina c’è attualmente spazio solo per 375 milioni di barili.
Come la crisi del gas
Alcuni analisti tuttavia, credono che il fondo sia vicino, e che accadrà come la crisi del gas naturale di cinque anni fa, che dopo un crollo ad un minimo di 3% ha invertito il trend, risalendo.
Robert Raymond, fondatore del fondo hedge RR Advisors, ha indicato i numerosi recenti sviluppi che crede possano segnalare che stiamo per toccare il fondo, e si aspetta di vedere in un futuro non troppo lontano un prezzo realistico di 65-75$ a barile.
Nel frattempo la Goldman ha tagliato le sue previsioni per uno, tre, sei e dodici mesi per il prezzo del WTI rispettivamente a 38$, 42$, 40$ e 45$ a barile, contro i precedenti 45$, 49$, 54$ e 60$ a barile. Ha tagliato anche le previsioni per il prezzo medio per il 2016 da 57 a 45$ a barile.