I mercati non vedevano un trimestre peggiore dal 2011. Gli analisti vedono il terzo trimestre del 2015 come la combinazione di eventi traumatici che hanno scosso le due maggiori economie mondiali.
È iniziato con la disfatta del mercato cinese, che ha causato un inarrestabile collasso dei prezzi delle materie prime. A questo è seguito il drammatico default del debito greco, che ha quasi fatto crollare l’Euro e ha spinto l’Eurozona a rivalutare la sua posizione nei mercati mondiali.
Anche la svalutazione della valuta cinese e i discorsi della Fed sui tassi d’interesse si sono aggiunti alla situazione, rendendo gli scorsi tre mesi un’estate che gli investitori di certo non dimenticheranno.
Un’analista della Barclays ha riportato ad un giornalista che “Le Borse mondiali si apprestano chiudere il loro peggior trimestre dal 2011, con un numero di fattori che alimentano le paure in un mercato già agitato, inclusa la debolezza della crescita globale, guidata dal rallentamento dei mercati emergenti, con la Cina in testa”.
Le performance peggiori
L’indice di riferimento cinese Shanghai Composite sembra essere stato uno di quelli con i risultati peggiori a livello mondiale, in rotta per il 25% di perdite. Anche nell’Asia-Pacifico gli indici si dirigono verso la loro performance più debole in quattro anni. Dei 15 mercati azionari maggiori di quest’area, solo uno sembra chiurede il terzo trimestre in territorio positivo.
Il più debole mercato della regione dopo quello di Shanghai è stato l’indice Hang Seng di Hong Kong, che sta per chiudere il trimestre in perdita del 20%. Tra le altre perdite più importanti troviamo il Nikkei 225 e l’indonesiano Jakarta Composite, entrambi pronti a segnare un calo del 15%.
Lo S&P 500, il Dow Jones Industrial Average e il Nasdaq sono in perdita di solo il 9%. In Europa, il Dax tedesco è pronto a registrare un calo del 15%, mentre siamo a quota -11% per il francese CAC, -8% per il FTSE MIB italiano e -13% per l’Ibex.
Questo rallentamento globale è da attribuire ai mercati emergenti ?