Si farà o non si farà? È ancora questa la domanda che ci si pone quando si parla di aumento dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve.
L’inflazione dei prezzi e la forza dell’economia americana sono i fattori chiave tenuti in considerazione dalla Fed come guida nelle sue decisioni riguardanti i tassi, e il tasso di disoccupazione in particolar modo. Quest’ultimo è sceso al 5,1%, e l’inflazione dei prezzi rimane bassa a causa del calo dei prezzi dell’energia.
Ci si aspettava che la Fed aumentasse i tassi a Settembre, ma la crisi del mercato globale di Agosto ha infranto ogni speranza di vedere il rialzo. Lo Shanghai Composite cinese ha perso il 34% solo nel terzo trimestre di quest’anno, e l’instabilità di altre parti del mondo è un fattore molto importante nelle decisioni della Fed.
Secondo l’ex presidente della Federal Reserve Ben Bernake: “Il dibattito nell’aumentare i tassi è dato dal fatto che l’esubero è in fase di assorbimento e il tasso di disoccupazione è basso. Almeno l’economia interna sta andando nella direzione giusta, ma abbiamo un livello di inflazione troppo basso, al di sotto del target della Fed del 2%. Questo sta alla base del dibattito per andare avanti e lasciarsi alle spalle questa curva”.
USA: Crescita Lenta
La tempistica per il prossimo aumento dei tassi è tornata di nuovo a riempire le prime pagine. I mercati statunitensi sono cresciuti leggermente dai mesi estivi, e lo Shanghai Composite ha ripreso il 12% fino ad ora. Nonostante questi miglioramenti, tuttavia, non si prevede che la Federal Open Market Committee aumenti i tassi d’interesse nel meeting della prossima settimana.
Questo potrebbe cambiare se i dati in arrivo indicassero una possibile recessione. Bernanke ritiene che un altro period di recessione sia assolutamente possibile, ma che le probabilità che si verifichi non sono alte, vista l’economia interna in crescita e la bassa inflazione dei prezzi.
Secondo lui: “Può sempre verificarsi un avvenimento scioccante di qualche tipo che non avevamo previsto, perciò bisogna essere cauti nel fare previsioni… E gli economisti non sono molto bravi a predire fasi di recessione”.