La sovrapproduzione globale continua a colpire i prezzi, facendoli arrivare a toccare minimi plurisettimanali per la terza sessione di seguito martedì. Si prevede che il rapporto che verrà rilasciato oggi dall’agenzia statistica EIA (Energy Information Administration) mostrerà un nuovo aumento delle scorte di greggio negli Stati Uniti, mentre i futures sul crude oil sono scesi ad un minimo su due mesi di 43,20 Dollari al barile, e hanno perso 0,78$ durante il trading notturno, il più debole dal 28 Agosto.
La scorsa settimana le scorte statunitensi di petrolio sono salite di 3,4 milioni di barili: è il quinto aumento consecutivo a seguito dell’incremento di 22 milioni di barili nel giro di quattro settimane.
I mercati asiatici hanno reagito al calo dei prezzi del greggio, scambiato principalmente al ribasso mercoledì, con perdite per le azioni energetiche che vanno a bilanciare i guadagni dei titoli azionari giapponesi, con i traders che hanno guardato alla banca centrale in attesa di ulteriori stimoli economici.
Verso mezzogiorno, durante la sessione asiatica, il WTI ha guadagnato 0,8 centesimi salendo a 43,28$. L’Inpex giapponese ha perso l’1,1%. Ad Hong Kong, il CNOOC ha perso l’1,4%, il Sinopec il 2,3%.
OPEC incolpato del calo del crude oil
Jeff Powell, a capo degli investimenti per Polaris Greystone Financial, ha attribuito gran parte della colpa per il calo dei prezzi del greggio il fallito tentativo dell’OPEC di tagliare la produzione, rifiuto che ha lasciato miliardi di barili di oro nero a riempire le chiatte in mare aperto, senza alcuna direzione.
Secondo Powell: "Avete visto anche la creazione di molti rendimenti con il calo petrolio all’interno del segmento di fracking del mercato statunitense, perciò molta della produzione in corso negli USA non è rallentata, anche vedendo questo calo materiale nei prezzi del petrolio”.