Venerdì i prezzi del greggio hanno continuato a scendere, dirigendosi al di sotto dei 42,00 Dollari al barile e toccando il loro minimo da Agosto. I titoli azionari asiatici hanno seguito Wall Street in negativo durante la prima parte della sessione, con i prezzi delle materie prime che si sono diretti a sud.
I prezzi del Western Texas Crude hanno toccato un minimo su due mesi e mezzo perdendo il 2,75% giovedì, dopo che il governo degli Stati Uniti ha riportato una quantità di scorte di petrolio 4 volte superiore alle aspettative di mercato, mentre l’eccesso di scorte in tutto il mondo mostra pochi segni di diminuzione.
Secondo John Kilduff, analista e socio di Again Capital "Nel mercato si sta finalmente registrando la realizzazione di una imponente saturazione globale. Penso ci troviamo nel mezzo di un’altro crollo dei prezzi a questo punto. Potrebbe non trattarsi di un calo repentino e diretto, ma di certo stiamo per registrare nuovi minimi per quest’anno”.
Kilduff indica la debolezza dei dati economici cinesi di tutta la settimana come indice di un rallentamento dell’economia, e che ci sono “aspettative da un Dollaro di nuovo forte, e anche con un significativo taglio nel numero di piattaforme, si è avuto un leggero aumento nella produzione dagli Stati Uniti”.
Si Incolpa la Cina
Infatti, si attribuisce alla Cina la causa dell’ultimo crollo dei prezzi delle materie prime, soprattutto di oro e rame. L’oro è sceso al suo livello più baso dal 2010, e il rame è sceso al livello più basso in più di sei anni.
I futures del greggio hanno perso più del 10% nell’ultimo mese, e sono scesi ancora di più questa settimana dopo che l’American Petroleum Institute ha riportato un aumento delle scorte degli Stati Uniti. Il governo ha riportato giovedì che le scorte di petrolio sono saliti di 4,2 milioni di barili la scorsa settimana, a causa delle maggiori importazioni. Si tratta circa del quadruplo di quanto si aspettavano gli analisti.