I prezzi del petrolio greggio continuano scendere nonostante le promesse di Stati Uniti e Medio Oriente di tagliare la produzione e ridurre la sovrapproduzione.
Il Brent è rimasto stabile mentre il crude oil statunitense è sceso leggermente dopo il rally iniziale di lunedì, con l’Arabia Saudita che ha promesso di lavorare per avere una stabilità dei prezzi, ma i traders hanno continuato ad essere preoccupati per l’eccesso di offerta globale e l’aumento delle scorte statunitensi.
Gli analisti sono scettici riguardo l’impegno saudita, dal momento che nel corso degli anni promesse simili non sono state onorate e i sauditi, assieme agli altri grandi produttori dell’OPEC, sono riusciti a mantenere alti i livelli di produzione, facendo dimezzare i prezzi del petrolio greggio nel corso dell’ultimo anno. Ora i prezzi sono a quasi un minimo su due mesi e mezzo.
Il prossimo meeting dell’OPEC sui target di produzione si terrà il 4 dicembre e qualsiasi annuncio ne seguirà, avrà ripercussioni significative sui mercati del greggio in tutto il mondo.
Ancora Troppo Petrolio negli USA
Gli analisti hanno notato che secondo il loro dati, le scorte di greggio negli Stati Uniti la scorsa settimana sono salite di 1,1 milioni di barili, con la società di market intelligence Genscape che ha riportato una crescita di 2,2 milioni di barili di greggio statunitense al punto di consegna di Cushing, Oklahoma.
Secondo Phil Flynn, analista presso Price Futures Group a Chicago "La preoccupazione di tutti per questo mercato sono i crescenti livelli di scorte di greggio, che non sembrano diminuire nonostante il lavoro delle grandi raffinerie di cui disponiamo”.
I futures del Brent sono saliti di 17 centesimi a 44,83$ a barile, mentre quelli dello statunitense West Texas Intermediate (WTI) hanno chiuso la sessione in ribasso di 15 centesimi a quota 41,75$.