I paesi dell’OPEC continuano a produrre petrolio quasi a livelli record, facendo restare i prezzi vicini a minimi su 7 anni durante la prima parte della sessione asiatica di trading di martedì, e aggravando l’eccesso di scorte che conta già centinaia di migliaia di barili di greggio in eccesso, prodotti su base giornaliera. Venerdì l’OPEC ha dichiarato che manterrà gli attuali livelli di produzione per i prossimi sei mesi, anche se i segni dell’eccesso di produzione continuano a non dare segnali di miglioramento.
Il crude oil statunitense veniva scambiato a 37,83$ a barile alle 00:32 GMT, in rialzo di 18 centesimi rispetto all’ultima chiusura, ma sempre vicino ai minimi del 2015 e su 7 anni, registrati nella sessione precedente.
Il Brent e i futures WTI hanno perso più del 6% nell’ultima sessione, toccando i minimi del 2015 e avvicinandosi ai livelli visti durante la crisi del 2008/2009. Gli analisti ritengono che se i prezzi continueranno attraverso i minimi del 2008/2009, il prossimo target al ribasso saranno i livelli che non si vedono più dai primi anni del 2000.
Secondo Sanjiv Shah, responsabile degli investimenti per la Sun Global Investments "La decisione dei membri dell’OPEC di mantenere invariata la produzione petrolifera a livelli record… ha lasciato intendere che l’organizzazione sta effettivamente abbandonando la sua strategia a lungo termine nel limitare la produzione e fare da cartello, portando maggior pressione al ribasso sui prezzi del greggio nel breve periodo”.
Dollaro Canadese
Il calo dei prezzi del petrolio ha portato il mercato azionario di Toronto a scendere di oltre 300 punti lunedì (circa il 2,4%), con il Dollaro canadese che è sceso ai suoi livelli più bassi in più di un decennio.
Il “loonie”, così sensibile al greggio, ha perso quasi lo 0,8% dalla chiusura di venerdì per chiudere la giornata a 74 centesimi dal Dollaro statunitense. Questo è il livello più basso toccato dal Dollaro canadese contro il biglietto verde da giugno 2004.