Martedì il Dollaro statunitense ha visto un’impennata contro il Loonie canadese, arrivando a toccare 1,3600$ e stabilendo un nuovo picco su 11 anni. La pressione sul Dollaro canadese, legato al crude oil, lo ha mantenuto ai minimi per il secondo giorno, con i prezzi del petrolio che si sono aggirati intorno ai 37$ a barile, minimo su 6 anni.
Il Dollaro statunitense martedì ha avuto una giornata mista, ed è sceso contro Euro, Yen e Franco svizzero, ma salito bruscamente contro valute legate alle materie prime, come Dollaro australiano e canadese.
I prezzi del greggio hanno visto un modesto rimbalzo prima della chiusura di martedì, con i titoli del crude oil statunitense che sono scesi leggermente in seguito ai rapporti da Asia e Giappone, che hanno visto un aumento degli ordini di macchinari che ha superato le aspettative, mentre la Cina ha annunciato un alleggerimento delle imposte sulle importazioni.
OPEC Ostinato
La scorsa settimana i leader dell’OPEC non sono riusciti a trovare un accordo sul tetto di produzione petrolifera, continuando a non risolvere l’attuale problema dell’eccesso di scorte. L’indecisione fra i principali paesi produttori di petrolio ha aiutato il petrolio greggio WTI a scendere al di sotto dei minimi di agosto questa settimana, mentre si avvicina a minimi che non si registravano dal 2009.
I futures del Brent, scambiati a livello internazionale, sono saliti di 64 centesimi attestandosi a 40,90$ a barile, mentre quelli dello statunitense West Texas Intermediate (WTI) alle 04:29 erano a 38,30$ a barile, rialzo di 79 centesimi arrivato in seguito al calo a sorpresa di 1,9 milioni di barili fra le scorte statunitensi, scese a 488 milioni la scorsa settimana. L’American Petroleum Institute si aspettava un aumento di 252.000 barili.
Secondo alcuni analisti, i fattori ribassisti già presenti esistono ancora, e continuano a far scendere i prezzi delle materie prime. Questi analisti individuano un Dollaro forte, la diminuzione della domanda, l’aumento delle scorte e la messa in atto dei programmi di Quantitative Easing (QE) come principali fattori. A mantenere bassi i prezzi delle materie prime c’è anche il previsto aumento dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve statunitense.