Mercoledì le Borse asiatiche sono salite, con I mercati che hanno chiuso prevalentemente al rialzo e alcuni degli indici maggiori che hanno rimbalzato. È stato il primo segno positivo di stabilità fra le persistenti preoccupazioni per la Cina e il calo dei prezzi delle materie prime, che segue un inizio di anno instabile.
I mercati cinesi, tuttavia, si sono mossi negativamente a seguito di stagnanti dati commerciali per lo Shanghai Composite, che ha cancellato fino allo 0,74% per scambiare in ribasso dello 0,46%. Il più piccolo Shenzhen Composite ha perso lo 0,89%, mentre il CSI 300 ha chiuso a -0,16%.
I dati ufficiali sulle esportazioni cinesi a dicembre hanno mostrato un calo dell’1,4% durante l’anno quantificato in Dollari, mentre le importazioni sono scese del 7,6%, lasciando un avanzo commerciale di 60,09 miliardi di Dollari per il mese.
Motore del Mercato: Renminbi
La Bank of America Merrill Lynch ha riportato in una nota che la volatilità “Non riguarda il mercato azionario cinese in sé, quanto piuttosto uno dei motori di quest’ultimo, cioé il Renminbi, la valuta cinese” indicando che la scorsa settimana la valuta ha perso più dell’1,5% contro il Dollaro.
La Banca Popolare Cinese ha tentato di stabilizzare i mercati mantenendo stabile il tasso di midpoint dello Yuan stabile ancora una volta, portandolo a 6,5630, contro il tasso di ieri fissato a 6,5628.
Il giapponese Nikkei 225 ha recuperato il 2,71% di perdite registrate martedì, chiudendo 496,67 punti in rialzo di 2,88 punti percentuali, a 17.715,63 punti, mentre il Kospi sudcoreano ha guadagnato 25,42 punti (o +1,34%) per chiudere a 1.916,28 punti.
Il Dollaro australiano inizialmente si è rafforzato dopo il rilascio dei dati commerciali cinesi (quantificati in Yuan), salendo fino a 0,7048$, contro i 0,7018$ registrati prima dei dati. Tuttavia, successivamente l’Aussie è sceso a circa 0,7021$.