In quella che sembra una performance ripetuta, giovedì è stata bloccata ogni contrattazione dei titoli cinesi dopo che il CSI300 ha perso di più del 7% durante la prima parte della giornata. Il brusco crollo ha innescato il blocco automatico degli scambi per la seconda volta questa settimana.
La Banca Popolare Cinese ha sorpreso i mercati portando il tasso ufficiale di midpoint della valuta a 6,5646 Yuan per Dollaro, 0,5% in meno riespetto al giorno prima del crollo giornaliero più pesante da agosto, quando anche allora una brusca svalutazione della valuta di più del 2% aveva scosso i mercati. È anche il tasso più basso da marzo 2011.
I mercati in Asia hanno reagito di conseguenza, continuando con il loro calo settimanale con un’apertura debole, fra le preoccupazioni per la svalutazione dello Yuan, il rallentamento economico e il calo dei prezzi del petrolio greggio.
15 Minuti di Trading
Nei 15 minuti di trading che hanno preceduto lo stop, lo Shanghai Composite aveva perso il 7,32%, lo Shenzhen Composite l’8,34%. Il CSI300, principale indice contro il quale il nuovo blocco automatico degli scambi è settato, aveva perso il 7,21%. Quando il CS1300 sale o scende del 5%, il mercato blocca automaticamente le contrattazioni per 15 minuti. Se poi il crollo arriva al 7%, viene sospesa ogni operazione per il resto della giornata.
In aggiunta al blocco automatico degli scambi, e nel tentativo di stabilizzare i mercati, l’ente regolatore del mercato cinese ha varato nuove norme per limitare la percentuale di azioni che i grandi azionisti delle società quotate possono vendere ogni tre mesi, e che non potrà superare l’1% delle azioni di un’azienda, in quel periodo.
Le nuove misure sono entrate in vigore prima che domani scadesse il divieto della vendita di titoli per sei mesi imposta ai grandi azionisti.