Venerdì le borse asiatiche sono scese dal quasi massimo su tre settimane, poiché i prezzi del petrolio si sono invertiti e gli investitori sono rimasti diffidenti circa le previsioni per l’economia globale.
L’indice MSCI Asia-Pacifico, che raccoglie le principali borse asiatiche al di fuori del Giappone, ha perso lo 0,7%, ma i guadagni delle precedenti sessioni sono scesi del 4% durante la settimana, mentre il giapponese Nikkei ha perso il 2,2%, con lo Yen che si è rafforzato, e che è rimasto sulla strada giusta per registrare un profitto settimanale del 5,9%. Uno Yen più forte danneggia gli esportatori poiché riduce i loro profitti oltreoceano quando convertiti in valuta locale.
Secondo Evan Lucas, stratega di mercato per il fornitore di servizi di trading IG: “Questa settimana è stata il primo segno di cambiamento che ho visto dall’inizio del 2016”.
Il Kospi sudcoreano è rimasto piatto mentre lo Hang Seng di Hong Kong ha perso lo 0,55%. I mercati cinesi hanno aperto la giornata in ribasso, con lo Shanghai Composite che è sceso dello 0,47% mentre lo Shenzhen Composite è risultato piatto.
Per quanto riguarda l’emisfero australe, lo S&P/ASX 200 è sceso dello 0,92%, trascinato verso il basso dai settori finanziario e dell’energia, entrambi rispettivamente in perdita dello 0,26 e del 3,24%.
Prezzi del Crude Oil Invertono Profitti
I prezzi del petrolio greggio sono saliti giovedì, a seguito di un aumento delle scorte di greggio degli Stati Uniti, ma potrebbero registrare il primo aumento in tre settimane dopo che il malconcio mercato ha ricevuto una spinta dall’annuncio di un tentativo di accordo tra i maggiori produttori di greggio per congelare la produzione ai massimi di gennaio.
Venerdì il Brent ha esteso le proprie perdite, venendo scambiato a -0,8% a quota 34,02$ a barile ma rimanendo comunque oltre il 2% per la settimana. Il crude oil statunitense veniva scambiato a 30,56$, lontano dal picco su due settimane di giovedì a quota 31,98$, ma comunque in rialzo del 3,8% finora questa settimana.