Quando lunedì Mario Draghi ha parlato al Parlamento Europeo a Strasburgo, Francia, ha presentato i propri motivi per un altro giro di allentamento quantitativo, puntando alla bassa crescita degli stipendi e alle accresciute preoccupazioni per la debolezza dell’inflazione, che giustificherebbero ulteriore azione da parte della Banca Centrale Europea.
Il Presidente della BCE ha commentato anche le proprie visioni del tentativo della Gran Bretagna di rinegoziare i termini della sua adesione all’UE, dicendo che una soluzione “Che ancorasse fermamente il Regno Unito all’UE, permettendo nel frattempo all’area Euro di integrarsi ulteriormente, spingerebbe la fiducia”.
Draghi verso la fine del mese scorso aveva lasciato intendere che i policymaker inietteranno ulteriori stimoli nell’economia dell’Eurozona durante il loro prossimo meeting a marzo, dicendo che il Consiglio direttivo della banca centrale “rivedrà ed eventualmente riconsidererà” la propria linea politica.
Un’ottima ragione per vedere più azione sarebbe se i policymaker pensassero che l’onda di disinflazione, causata dal calo dei prezzi del petrolio greggio rischi di alimentarsi tramite salari e aspettative per l’inflazione per il lungo periodo nella regione.
Salari Deboli, Inflazione in Calo
Draghi ha riportato ai legislatori che: “Mentre la più recente ondata di deflazione è dovuta principalmente a una nuova caduta dei prezzi del petrolio, la crescita salariale più debole di quanto anticipata con il calo di aspettative per l’inflazione, richiedono un’analisi attenta dei canali attraverso i quali sorprese sull’inflazione possono influenzare i prezzi futuri e la determinazione dei salari”.
Il Presidente della Banca Centrale Europea ha messo in guarda dai “rischi al ribasso” che l’economia europea sta fronteggiando e che potrebbero essere aumentati a causa dei recenti tumulti nei mercati emergenti, indicando i rischi in questi ultimi che: “Sono aumentati ancora, fra l’elevata incertezza” dal 3 dicembre, quando la banca ha deciso di tagliare il proprio tasso d’interesse chiave e di estendere di ulteriori sei mesi il proprio programma di stimoli tramite l’acquisto di bond.