Martedì i quattro maggiori paesi produttori di petrolio (Qatar, Arabia Saudita, Russia e Venezuela) hanno accettato di compiere uno sforzo nel tentativo di bloccare la produzione ai livelli di gennaio, senza però annunciare un taglio della produzione del crude oil.
L’Iran, anch’esso paese produttore, si è subito tirato indietro dall’accordo, dicendo che non rinuncerà alla sua quota nel mercato del greggio, mentre l’Iraq ha acconsentito a prendere parte all’accordo, qualora si raggiungesse un accordo fra i paesi membri dell’OPEC e non.
I produttori incontreranno rappresentanti di Iran e Iraq mercoledì, e le significative obiezioni poste alla produzione dall’Iran, probabilmente saranno il principale argomento di discussione del meeting. L’Iran ha già annunciato di non aver intenzione di tagliare la produzione, visti gli sforzi per riguadagnare la propria quota di mercato dopo anni di sanzioni.
Secondo una fonte: “L’Iran segue il proprio modello, e il meeting avrà luogo in Iran. Il paese sta tornando sul mercato, e ha bisogno che gli venga data una particolare opportunità, ma c’è anche bisogno che faccia dei calcoli”.
Minimo a 25$
Le nazioni produttrici di petrolio hanno concordato di averne abbastanza dei bassi prezzi del petrolio, e stanno iniziando a coordinarsi per far salire il prezzo al livello 25$ come minimo nel lungo periodo. Questa mossa collettiva è molto significativa, essendo la prima che i produttori fanno per tagliare in qualche modo la produzione di petrolio. L’Arabia Saudita ha detto in passato di essere disposta a ridurre l’offerta di petrolio, riducendo così la propria quota di mercato ma senza alcun impatto materiale sul prezzo.