Si prevedeva che lunedì i mercati europei aprissero al ribasso, in seguito alla sessione asiatica mista e al calo dei prezzi del greggio che continua a ripercuotersi sul sentimento degli investitori nei mercati globali.
Il londinese FTSE 100 è previsto aprire in ribasso di 31 punti a 6.159: mentre ci si aspetta che il CAC 40 francese apra a -24 punti a 4.438 e il DAX Tedesco a -34 punti a quota 9.917.
I cinesi Shanghai Composite e Shenzhen Composite, ad ogni modo, si sono mossi al rialzo dopo che la China Securities Finance Corp, che fa capo al governo, ha detto che ricomincerà ad offrire il cosiddetto “credito sul margine” alle società di intermediazione mobiliare, dopo averlo precedentemente sospeso. Gli analisti lo vedono come indice che gli enti regolatori cinesi sono pronti a dare al mercato prestiti in modo più semplice e ad un costo minore.
Petrolio Greggio Scende
Lunedì il petrolio greggio è sceso per la seconda sessione consecutiva allontanandosi dai massimi del 2016 registrati la scorsa settimana, a causa delle preoccupazioni per l’eccesso di offerta dopo che il conto degli impianti di estrazione statunitensi è salito per la prima volta da dicembre. Alle 6:17 GMT il crude oil statunitense CLc1 perdeva 67 centesimi (ol’1,7%), scendendo a 38,77$ a barile. Il contratto front-month del petrolio Brent LCOc1 ha perso 33 centesimi scendendo a 40,87$. Ha toccato un massimo di 42,54$ a barile durante l’ultima sessione.
Venerdì il mercato è salito a 41,20 Dollari a barile, livello più alto toccato da dicembre, prima di perdere terreno e scendere di quasi il 2% a quota 39,44$.
Secondo un portavoce di ANZ: "Il rimbalzo dei prezzi del greggio nell’ultimo mese sembra aver stabilizzato il numero di trivelle attive nel settore dei produttori statunitensi di scisto”.
Il leggero aumento dei prezzi del petrolio greggio è il risultato della combinazione della diminuzione della produzione, della diminuzione delle scorte e di un aumento del consumo di benzina negli Stati Uniti. Anche i discorsi dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) di congelare la produzione ai livelli di gennaio ha contribuito a far rafforzare i prezzi negli ultimi due mesi.