Giovedì le borse asiatiche sono salite per la terza sessione consecutiva, con la positività dei dati statunitensi sull’occupazione e un rally per alcune delle materie prime, che hanno aumentato l’appetibilità globale al rischio.
Visto il rallentamento della produzione, i prezzi del petrolio greggio sono saliti, grazie anche al sentore che 20 mesi di mercato negativo potrebbero essere arrivati al termine, nonostante la forte domanda e le voci di un piano dell’OPEC pe congelare la produzione ancora in corso.
I futures del crude statunitense West Texas Intermediate (WTI) venivano scambiati a 34,73 Dollaro a barile, in rialzo di 7 centesimi rispetto all’ultima chiusura. Il petrolio greggio WTI ha guadagnato circa un terzo del proprio valore dall’11 febbraio, quando i prezzi sono scesi a poco più di 26$ a barile, livelli che non si vedevano dal 2003. I futures del Brent hanno guadagnato 3 centesimi per essere scambiati a 36,96$ a barile, in rialzo di circa un terzo dall’11 febbraio.
Anche la International Energy Agency (IEA) ha riportato questa settimana che probabilmente i prezzi hanno già toccato il fondo.
Borse Asiatiche Salgono
L’indice MSCI Asia-Pacific, che raccoglie le principali borse asiatiche al di fuori del Giappone, ha guadagnato lo 0,9% per raggiungere un picco su 7 settimane, dopo aver guadagnato il 2,6% mercoledì, mentre il giapponese Nikkei è salito dello 0,8% dopo aver visto un rimbalzo del 4% durante la sessione precedente.
Prezzi più alti per rame e ferro hanno favorito un rialzo dei titoli australiani dello 0,8%, che hanno toccato un picco su quasi due mesi.
Wall Street ha visto le azioni energetiche e bancarie guidare il mercato al rialzo mercoledì, facendo salire il Dow dello 0,2%. Lo S&P 500 ha registrato un +0,41% e ilNasdaq+2,9%.
Per l’occupazione statunitense, il settore privato ha aggiunto oltre 214.000 nuovi posti di lavoro a febbraio, dando adito alle speculazioni che anche i payroll di venerdì saranno positivi.