Giovedì i prezzi del petrolio sono scesi leggermente, andando a registrare la prima perdita settimanale in più di un mese, perché sotto pressione a causa delle scorte record negli Stati Uniti, un Dollaro forte, e l'indebolimento dei mercati azionari.
Nonostante il calo, i prezzi del petrolio greggio rimangono circa il 50% più alti rispetto ai minimi pluriennali toccati a gennaio per le paure della sovrapproduzione. Il calo nella produzione di greggio e la forte domanda di benzina hanno giocato un ruolo nel rimbalzo, ma sono stati i suggerimenti di alcuni dei maggiori produttori di congelare la produzione ai massimi di gennaio a far stabilizzare i prezzi.
Il numero di trivelle operative negli Stati Uniti è sceso di 15 unità la scorsa settimana, nonostante l’aumento del numero delle stesse dopo 12 settimane di tagli.
Futures Greggio -6%
Con i futuers del petrolio greggio che da martedì hanno perso quasi il 6% (il calo più importante su due giorni da metà febbraio), gli analisti dicono che il rafforzamento del greggio delle ultime cinque settimane potrebbe esaurirsi.
I dati del governo degli Stati Uniti mostrano un aumento delle scorte di greggio di 9,4 milioni di barili la scorsa settimana, tre volte le previsioni degli analisti negli ultimi sondaggi.
Secondo Pete Donovan, broker per la Liquidity Futures di New York: "Dopo l’aumento di un impianto di trivellazione la scorsa settimana, si pensava che la continua diminuzione del numero di trivelle si stesse finalmente riducendo. Apparentemente, però, non è così”.
I futures del Brent erano in ribasso di 2 centesimi a 40,45$ a barile, un calo settimanale di quasi il 3%, e quello settimanale maggiore da metà gennaio.
I futures del greggio statunitense hanno perso 33 centesimi (-0,8%) scendendo a 39,46$ a barile, perdendo circa il 5% durante la settimana e registrando la prima perdita settimanale da metà febbraio.