Venerdì i prezzi del petrolio greggio hanno visto un leggero aumento durante la sessione asiatica, arrivando a toccare nuovi massimi sul 2016 a seguito dei forti profitti della sessione precedente. Il settore petrolifero sembra sicuro che i maggiori produttori di greggio raggiungeranno un congelamento della produzione, e la sicurezza dell’attuale condizione dei tassi d’interesse rende ottimisti gli investitori che i prezzi continueranno a salire.
Alle 8:30 il petrolio greggio statunitense aveva perso 5 centesimi scendendo a 40,15$ dopo essere salito fino a 40,55$, livello più alto mai toccato quest’anno. Durante la sessione americana di giovedì, i contratti sono saliti del 4,5% chiudendo a 40,20$, dopo aver toccato un massimo di 40,26$.
Giovedì, negli Stati Uniti il contratto d'inizio mese per il crude oil della Brent perdeva 18 centesimi scendendo a 41,36$, finendo però per recuperare 1,21$ e chiudere 41,54 Dollari a barile, dopo aver toccato un picco sul 2016 di 41,60$, livello toccato nella prima parte della sessione di venerdì.
Forte Rally da Febbraio
Da quando i prezzi hanno toccato un minimo su quasi 13 anni a 26,21 Dollari a barile, il 21 febbraio, i prezzi del petrolio greggio hanno mostrato un ampio rafforzamento, grazie anche alle aspettative che prezzi più bassi forzerebbero i produttori a tagliare la produzione, e che l’eccesso globale di scorte degli ultimi due anni dovrebbe iniziare a diminuire. Il rimbalzo è stato favorito anche da un indebolimento del Dollaro, tra la diminuzione delle aspettative per gli aumenti dei tassi d’interesse statunitensi per quest’anno.
Il greggio americano sta per segnare la quinta settimana di profitti, la serie positiva più lunga in circa un anno, mentre il Brent si dirige verso la quarta settimana di aumenti, la corsa più lunga in quasi 12 mesi.
Si consiglia di avere cautela con i continui profitti di questo mercato, visto ancora l’eccesso di offerta, e nonostante i produttori statunitensi abbiano moderatamente ridotto la produzione, l’Iran continua ad aumentarla dopo l’abolizione delle sanzioni internazionali a gennaio.