Giovedì i prezzi del petrolio greggio si sono stabilizzati nella prima parte della sessione asiatica, dopo un rimbalzo notturno: una relazione ha suggerito che la sovrapproduzione mondiale di greggio sta scendendo.
Per il New York Mercantile Exchange, i futures del crude oil più leggero e dolce CLM6 per le consegne di giugno sono saliti dello 0,45% e venivano scambiati a 43,88$ a barile, in rialzo di 0,08$ nella sessione Globex. Il crude oil della Brent LCOM6 a giugno è salito dello 0,68%, sull’ICE Futures exchange di Londra è salito di 0,07$ a 45,87$ a barile.
I dati dalla Energy Information Administration hanno mostrato che la produzione statunitense di greggio è scesa per la sesta settimana consecutiva a 8,95 milioni di barili nella settimana che si è chiusa il 15 aprile.
Secondo Stuart Ive, client manager per OM Financial: “È naturale che alcuni traders in apertura di sessione asiatica cerchino di ritirare i profitti, ma ci sono molti segnali positivi che il mercato sta iniziando a riequilibrarsi”.
Il rally del greggio e i dati sulle scorte statunitensi hanno fatto salire le borse asiatiche del 4%, ad un picco su 5 mesi e mezzo. L’indice MSCI Aisa-Pacific che raccoglie le principali borse asiatiche al di fuori del Giappone è salito dello 0,8% andando a toccare il proprio picco massimo dai primi di novembre, mentre il giapponese Nikkei ha guadagnato il 2,6%. I titoli australiani sono saliti dello 0,9%, lo Hang Seng di Hong Kong ha registrato un +1,8% e lo Shanghai composite +0,4%.
AIE
I titoli di Wall Street hanno chiuso appena al di sotto del 2% da una chiusura a massimi record mercoledì, con il rimbalzo dei prezzi del greggio e i rapporti positivi sui profitti che hanno favorito l’ottimismo degli investitori.
Lo S&P 500 è salito dello 0,8% a 2.102,4 punti, portando i profitti da metà febbraio al 15%.
Il crude oil statunitense CLc1 è salito oltre i 44$ a barile andando a toccare il picco massimo da novembre. Il petrolio della Brent LCOc1 è salito oltre i 46$ ad un picco massimo su cinque mesi.
L’agenzia internazionale per l’energia (AIE) ha riportato che nel 2016 vedremo il peggior calo di produzione fra i paesi non membri dell’OPEC come non si vedeva da anni, che dovrebbe aiutare a riequilibrare il mercato, trascinato a fondo dall’eccesso di offerta. Secondo il direttore dell’Agenzia Fatih Birol, i bassi prezzi del greggio hanno ridotto gli investimenti di circa il 40% negli ultimi due anni, con cali importanti in Stati Uniti, Canada, America Latina e Russia.