Venerdì la Cina ha registrato la sua crescita economica più lenta dal 2009. L’aumento del 6,7% del prodotto interno lordo per il primo trimestre, leggermente più lento del trimestre precedente al 6,8%, era in linea con il target di crescita del governo dal 6,5 al 7% entro l’anno.
Altri indicatori, ad ogni modo, hanno mostrato la presenza di nuovi prestiti, vendite al dettaglio, produzione industriale e investimenti in asset fisici alimentavano la ripresa dell’attività industriale, gli investimenti e la spesa familiare.
Alcuni analisti indicano che dai dati, si è toccato il picco massimo di rallentamento economico, mentre altri dicono che un inizio di anno similare, nel 2015, ha preceduto un crollo dei mercati azionari più tardi lo stesso anno.
Secondo Tao Dong, a capo delle economie asiatiche (eccetto il Giappone) alla Credit Suisse Group AG di Hong Kong: “L’economia si è stabilizzata grazie ad un’ondata di liquidità e a un miglioramento del sentimento nel mercato delle proprietà. Non è chiaro se si potrà mantenere lo slancio. Fino ad ora, il governo sembra essere la voce solista. È critico coinvolgere nuovamente gli investimenti privati”.
6 Riduzioni Tassi in 18 Mesi
I dati di venerdì sulla crescita hanno dato supporto a un’aggressiva politica di stimoli intrapresa dalla Banca Popolare Cinese, che ha abbassato i tassi d’interesse sei volte da novembre 2014, tagliando anche il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche. L’ultima riduzione c’è stata a febbraio, quando ha tagliato il coefficiente (RRR) di 50 punti base.
La reazione dei mercati alla notizie è stata sommessa, con l’indice di riferimento Shanghai Composite e lo HangSengche entrambi hanno perso dallo 0,3 allo 0,4%, mentre il Dollaro australiano è salito dello 0,2% e lo Yuan si è mosso di poco, rimanendo intorno ai 6,4868 Yuan per Dollaro.