Giovedì i mercati non sono riusciti a ritrovarsi in un buon territorio per rimbalzare, sebbene anche i prezzi del petrolio siano saliti dell’1%. Lo Shanghai composite ha guadagnato lo 0,29%, lo Shenzhen composite ha registrato un +0,518%, anche se il Kospi sudcoreano e lo Hang Seng di Hong Kong sono scesi entrambi, perdendo rispettivamente lo 0,23% e lo 0,48%. Durante la sessione statunitende di mercoledì Nasdaq, Dow e S&P 500 hanno chiuso tutti al ribasso, registrando il settimo giorno consecutivo di perdite, la serie negativa più lunga in 5 anni.
I futures del petrolio sono saliti durante la sessione asiatica di giovedì, con i futures statunitensi che sono saliti a 45,79$ a barile, quasi l’1% di aumento. I futures sul Brent sono saliti dell’1,24% a 47,44$ a barile. La Energy Information Administration americana ha annunciato ieri che le scorte di petrolio greggio sono salite di 14,4 milioni di barili la scorsa settimana, oltre un milione in più del previsto.
Annuncio Fed
La Federal Reserve ha concluso i suoi due giorni di meeting politico mercoledì con l’annuncio che manterrà invariati i tassi d’interesse fra lo 0,25 e lo 0,50%. La Fed ha anche aggiunto che è probabile che a breve vedremo un aumento dei tassi.
Il Dollaro ha continuato ad indebolirsi dutrante la sessione asiatica di giovedì, perdendo lo 0,6% e scendendo a 102,71 Yen, in perdita rispetto al massimo di 104 della scorsa settimana. Anche il Dollaro australiano si è rafforzato contro quello americano, toccando quota 0,7678$ giovedì. L’Euro è salito dello 0,2% andando a toccare quota 1,1116$. Secondo gli ultimi sondaggi di Reuters/Ipsos, il candidato alla presidenza Hillary Clinton ha mantenuto i suoi 6 punti di vantaggio sull’avversario Donald Trump nonostante le indagini in corso dell’FBI, ma l’agitazione dei mercati indica che i traders sono ancora preoccupati per la potenziale vittoria di Trump.