Giovedì i prezzi dei bond statunitensi hanno iniziato a rallentare, a seguito di una settimana di aumenti drammatici, con i bond decennali di riferimento che sono scesi al 2,197% dopo aver toccato massimi oltre il 2,3% in precedenza durante la settimana. Anche i bond governativi giapponesi sono scesi giovedì, dopo che la Bank of Japan ha messo in atto un’operazione speciale di acquisto di bond a tassi fissi per la prima volta, in un pubblico tentativo di mettere in guardia contro un ecessivo movimento di rendimenti. Il rendimento sui decennali giapponesi era dello 0,015% in perdita rispetto al massimo su nove mesi dello 0,35% mercoledì. Il governatore della Bank of Japan Haruhiko Koroda ha riferito di non sentirsi obbligato ad accettare i profitti dei rendimenti JGB perché i rendimenti dei titoli statunitensi stanno aumentando.
Anche i prezzi del petrolio greggio sono scesi mercoledì, a seguito di rapporti che mostrano un numero di scorte superiore al previsto negli USA. Le scorte americane sono salite di 5,3 milioni di barili durante la settimana che si è chiusa l’11 novembre, circa quattro volte oltre le previsioni. L’aumento di scorte è stato dovuto in gran parte ad un aumento delle importazioni. L’indice di riferimento statunitense WTI ha perso 10 centesimi a barile chiudendo a 45,47$ a -0,22%.
Il Dollaro è rimasto piatto durante la sessione asiatica di giovedì. Dopo aver toccato un massimo su 5 mesi durante la notte, il biglietto verde è sceso a 109,600 Yen. L’Euro è salito delo 0,1% a 1,0702$ dopo aver toccato minimi su 11 anni. L’oro è salito leggermente per via del consolidamento del Dollaro, toccando i 1.226,10$ l’oncia, sebbene sia ancora in perdita di circa 100$ l’oncia rispetto all’aumento di post elettorale mercoledì.