La corsa ai beni rifugio come Yen e oro registrata mercoledì mostra che l’assottigliamento della corsa elettorale fra Donald Trump e Hillary Clinton ha lasciato timori non solo negli americani. I mercati azionari asiatici hanno avuto forti svendite, con i traders che hanno provato a riposizionarsi in caso la Clinton perdesse la propria leadership e Trump vincesse la presidenza. L’oro spot veniva scambiato a 1.290$ l’oncia mercoledì, in aumento rispetto ai minimi della scorsa settimana di 1.266$.
Mercoledì il Peso messicano ha continuato a scendere, registrando il peggior calo giornaliero in due mesi e arrivando a toccare i 19,31 Dollari, a seguito del calo dell’1,3% di martedì. Anche l’indice S&P 500 martedì ha affrontato perdite importanti chiudendo a minimi su 4 mesi, mentre nei mercati di valute i traders hanno svenduto in modo aggressivo anche il Dollaro. Quest’ultimo è sceso a 103,69 Yen. Anche l’Euro è salito contro il Dollaro arrivando a toccare 1,1069$ durante la sessione di martedì, in aumento del 2% rispetto ai minimi su sette mesi della scorsa settimana.
Mercoledì i mercati asiatici hanno continuato a negoziare sui timori per le elezioni, con l’australiano ASX 200 che ha perso l’1,54%, lo Shanghai a -0,49% e il Kospi sudcoreano che è sceso dell’1,35%. Il Volatility Index CBOE, conosciuto come “termometro” della paura perché tiene traccia delle aspettative sulla volatilità, martedì ha rotto il livello critico dei 20 punti, un aumento del 40% solo negli ultimi sei giorni, e il primo drammatico aumento dal voto di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
La Federal Reserve concluderà oggi i suoi due giorni di meeting politico, sebbene le speranze per un aumento dei tassi d’interesse questo mese continuano ad essere vicine allo zero. L’86% delle persone intervistate ritiene ancora possibile un aumento dei tassi a dicembre.