A meno di 70 giorni prima dell’assunzione della carica, Donald Trump ha oltre 4.000 posizioni politiche da definire, la più pressante delle quali è la squadra di transizione che aiuterà ad assicurare che la carica venga assunta senza problemi. Deve definire le posizioni di governo e quelle sulla sicurezza, e scegliere consiglieri economici di alto rango e policymaker. Al principio la squadra di transizione di Trump, guidata dal futuro vice presidente Mike Pence e Rick Dearborn, includeva diversi lobbisti, nonostante le costanti critiche di Trump ai governi precedenti per aver incluso persone con cui i politici potrebbero essere in debito. Negli ultimi giorni e ore, ad ogni modo, Trump ha rimosso i lobbisti dal proprio team, per rispettare la propria promessa, e confermato un assistente dal team di transizione.
L’ex membro Mike Rogers, personaggio pubblico rispettato in materia di sicurezza, ieri ha rassegnato le proprie dimissioni dalla squadra di transizione, mentre un errore amministrativo ha bloccato il processo della transizione, lasciando il team a prendersi una pausa per quello che hanno affermato sarebbe stato “il resto della giornata e la notte”.
Le vere preoccupazioni dei traders riguardano la promessa di Trump di assumere una “linea dura sul commercio”, una politica che non è stata chiarificata durante la campagna e che potrebbe essere dura, se non di impossibile applicazione, di certo senza un piano concreto. L’applicazione di questa promessa rimane principalmente nelle mani di coloro a cui Trump assegnerà i comitati economici. Fra le nomine di Trump figura Dan Di Micco, ex CEO della Nucor Corporation, maggior produttore di acciaio degli Stati Uniti, come suo consulente commerciale. Il mese scorso Trump ha promesso di riportare il Midwest ad essere “di nuovo il cuore manifatturiero del mondo”, e di combattere per il business dell’acciaio, che è stato spostato altrove.
Di Micco ha commentato pubblicamente che in passato gli accordi commerciali erano strutturati da coloro che avevano interessi ad espandere le esportazioni piuttosto che a favorire uno scambio bilanciato. Presumibilmente, egli tenterà di invertire questa tendeza insieme agli altri negoziatori commerciali di Trump, che ha promesso saranno “duri” e “intelligenti”.