I titoli azionari statunitensi sono saliti leggermente martedì, a seguito dei dati positivi sulla spesa di famiglie e consumatori, e mercoledì le borse asiatiche erano pronte a seguire l’andamento. L’indice MSCI Asia-Pacific che raccoglie le principali bore asiatiche al di fuori di quella del Giappone è salito dello 0,4%, mentre i titoli australiani hanno guadagnato appena l’1%. Il giapponese Nikkei 225 è rimasto relativamente piatto, sorpreso da un crollo del 20% delle azioni della Toshiba, che hanno toccato il limite minimo giornaliero della borsa. Martedì la società tecnologica ha perso un ulteriore 11,6% a seguito della notizia che potrebbe subire una svalutazione di diversi miliardi di Dollari legata all’acquisizione di una società di costruzione di impianti nucleari statunitense.
I rendimenti del Tesoro statunitense hanno continuato a salire martedì, arrivando a toccare picchi su una settimana sulla speranza che dati positivi spingeranno la Fed ad applicare politiche monetarie meno accomodanti per l’anno a venire. Il Dollaro è salito dello 0,2% contro lo Yen per essere scambiato a 117,670. L’Euro veniva scambiato a 1,0466$, appena dello 0,1% in aumento rispetto alla sessione di martedì.
Greggio e Materie Prime Cercano Profitti
I prezzi del greggio sono scesi leggermente durante la sessione asiatica di mercoledì, con i traders che hanno aspettato notizie riguardo l’accordo proposto sul taglio alla produzione fra i paesi membri e non membri dell’OPEC. L’accordo si prevede entrerà in vigore dal 1 gennaio 2017. I futures del Brent hanno perso lo 0,2% per essere scambiati a 55,9$ a barile, mentre quelli del crude oil statunitense sono scesi dello 0,17% per essere scambiati a 53,81$. Nonostante le perdite di mercoledì gli analisti sono ottimisti, e ritengono che se l’accordo sul taglio alla produzione entrasse realmente in vigore, i prezzi continueranno a rafforzarsi il prossimo anno.
Tuttavia, alcuni analisi sono preoccupati che i tagli alla produzione, che farebbero salire i prezzi, potrebbero anche ridurre la domanda cinese, attualmente il secondo maggior consumatore al mondo di greggio. Un calo della domanda potrebbe colpire l’OPEC nel lungo periodo, e portare ad una nuova riduzione dei prezzi.
A Shanghai i prezzi di zinco e nichel sono stati spinti a salire grazie al sentimento di mercato positivo verso la fine dell’anno, mentre sul Dalian Commodity Exchange il ferro ha guadagnato il 3,3%, ponendo fine a nove giorni consecutivi di perdite.