La Sterlina inglese è salita dello 0,1% nella sessione asiatica di martedì per essere scambiata a 1,2162$, dopo che i commenti del primo ministro inglese Theresa May avevano fatto scendere la Sterlina nel weekend. Nello specifico, la May ha detto di non essere interessata a mantenere “pezzetti” di partecipazione all’interno dell’Unione Europea, portando i traders a temere che la Brexit avrà anche altri impatti economici negativi.
Martedì il Dollaro ha continuato il suo calo, perdendo lo 0,3% contro la maggior parte dei suoi principali partner commerciali. L’indice del Dollaro è sceso a 101,60 .DXY. Il biglietto verde è sceso dello 0,6% contro lo Yen per essere scambiato a 115,365, leggermente al di sopra dei minimi di ieri, ma ancora profondamente al di sotto dei massimi toccati in overnight dalla coppia. “Alcuni clienti giapponese stanno acquistando sui cali con il Dollaro al livello 115, ma con il discorso di Trump in vista, alcuni stanno ritirando i profitti e rivedendo le loro posizioni”, ha riportato Kaneo Ogino, direttore per la società di ricerca sulle valute estere Global-info Co, con base a Tokyo. Il Dollaro è sceso anche contro l’Euro, con la moneta unica che martedì veniva scambiata a 1,0617.
Il calo del Dollaro era probabile, in parte in risposta ai commenti di lunedì del presidente della Federal Reserve di Boston Eric Rosengren, che ha sottolineato che la Fed avrà bisogno di aumentare il programma di aumento dei tassi d’interesse per evitare il rischio di una spirale di aumento dell’inflazione. Lunedì i mercati azionari statunitensi hanno reagito scendendo dai loro massimi dopo l’annuncio, con il Dow Jones industrial average ha interrotto il proprio percorso verso i 20.000 punti.
Prezzi Greggio Cercano Stabilità
I prezzi del petrolio greggio statunitense sono saliti leggermente martedì, dello 0,02%, per essere scambiati a 51,97$ a barile, dopo che lunedì avevano perso lo 0,4% inseguito dal -4% registrato lunedì a causa dei timori che le esportazioni iraqene e gli sforzi per la produzione americana vanificheranno le misure di taglio alla produzione prese dall’OPEC. Inoltre, in Canada le scorte stanno aumentando con il numero di impianti di trivellazioni arrivato a 209, aumento significativo rispetto ai 160 di dicembre 2015 e i 173 confermati a novembre 2016. Le grandi riserve petrolifere del Canada hanno sorpreso parecchi traders e rinnovato i timori che i prezzi del greggio potrebbero non stabilizzarsi così in fretta come sperava l’OPEC.