La battuta d’arresto subita da Donald Trump venerdì sull’immigrazione ha fatto scendere ampiamente i mercati asiatici e Wall Street, quando i traders hanno espresso preoccupazione per l’impatto che le politiche protezionistiche di Trump potrebbero avere sull’economia globale. L’indice MSCI Asia-Pacific che raccoglie le principali borse asiatiche al di fuori del Giappone è sceso dello 0,4% durante la sessione asiatica di lunedì, mentre il giapponese Nikkei ha perso lo 0,5%, mentre lo Yen ha continuato a fare da bene rifugio e a pesare sugli esportatori. Anche l’indice del Dollaro si è indebolito lunedì, scambiato a 110,34, a – 0,2%. Lunedì la liquidità è stata meno del solito, con i mercati in Cina, Hong Kong e Singapore chiusi per le celebrazioni del nuovo anno lunare.
I dati di venerdì hanno aiutato un po’ il Dollaro a risollevarsi, mostrando che la crescita economica statunitense ha rallentato più del previsto nel primo trimestre del 2016, con il prodotto interno lordo che non è riuscito a salire al previsto 2,2%. Il PIL americano è salito ad un tasso annualizzato dell’1,9% durante il primo trimestre, cifra nettamente inferiore riscpetto alla crescita del 3,5% del terzo trimestre.
Anche i mercati delle materie prime hanno continuato a lottare lunedì estendendo le perdite della scorsa settimana, con i prezzi del greggio statunitense che sono scesi a 52,93$ a barile, un calo dello 0,45% lunedì che ha seguito quello dell’1,1% di venerdì. Anche i prezzi del Brent sono scesi lunedì, a quota 55,27$ a barile.
L’oro rimane un bene rifugio, sebbene abbia lottato per salire. L’oro spot lunedì è salito dello 0,1% per essere scambiato a 1.192,66$ l’oncia.