Mercoledì mattina le borse asiatiche sono salite a seguito di dati commerciali positivi dalla Cina, che hanno mostrato segni di rafforzamento dell’economia globale. Le importazioni della Cina sono cresciute del 44,7% a febbraio rispetto all’anno precedente, una crescita che a gennaio ha visto un insolito deficit commerciale in Cina. Le esportazioni del paese sono aumentate del 4,2%. A favorire i profitti delle borse cinesi c’è anche l’80% circa di aspettative di vedere un aumento dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve la prossima settimana. L’indice MSCI Asia-Pacific, che raccoglie le principali borse asiatiche al di fuori del Giappone, mercoledì è salito dello 0,25% e i dati da Thomson Reuters mostrano che sebbene i titoli asiatici sono meno cari delle controparti americane, i prezzi di quelli asiatici sono vicini ai massimi di uno storico intervallo di trading su una base prezzo-profitti.
I titoli statunitensi, che recentemente hanno toccato i massimi di tutti i tempi, martedì hanno avuto un’altra giornata di perdite, con lo S&P 500 e il Dow che hanno registrato due giorni consecutivi in negativo in un mese. Lo S&P 500 è stato trascinato a fondo dai titoli farmaceutici e finanziari dopo che il Presidente americano Donald Trump ha postato un tweet nel quale diceva che sta lavorando alla riduzione dei prezzi dei medicinali dell’industria. Al solito, non ha dato informazioni sul suo piano, ma il tweet è stato sufficiente a far tremare i mercati.
Movimenti Mercato Greggio
Martedì, in una spontanea conferenza stampa i produttori dell’OPEC hanno riconfermato il loro impegno ai tagli alla produzione, e hanno espresso la speranza che si continuerà a rispettare al piano. Il ministro del petrolio saudita Khalid Al-Falih ha fatto notare che l’Arabia Saudita non sarà disposta a farsi carico dei tagli, e che si aspetta che tutti e 24 i paesi firmatari rispetteranno l’accordo. Ha confermato che l’Arabia Saudita sta rispettando appieno l’accordo, e che ora la produzione è scesa sotto i 10 milioni di barili al giorno.
Nonostante l’annuncio, il Brent, punto di riferimento globale, mercoledì ha perso lo 0,5% scendendo a 55,64$ a barile.