Lunedì mattina i prezzi del petrolio sono saliti, grazie alle speranze che l’OPEC continui i tagli alla produzione anche dopo la scadenza originale di maggio. I futures del crude oil Brent hanno guadagnato 30 centesimi a barile per essere scambiati a 52,26$ a barile (+0,6%). I futures del greggio statunitense WTI hanno guadagnato 26 centesimi per essere scambiati a 49,88$ a barile, rimanendo però al di sotto dell’importante livello 50$. La scorsa settimana gli USA hanno aggiunto nuovi impianti di trivellazione per la quattordicesima settimana consecutiva, e si prevede che l’aumento proseguirà a maggio, un timore che la scorsa settimana ha fatto scendere bruscamente i prezzi. Sia il Brent che il WTI hanno già perso circa il 7,5% dall’inizio dell’anno.
Titoli Cinesi Scendono
Nonostante il miglioramento del quadro del greggio, altri mercati non hanno cominciato positivamente la settimana. I titoli cinesi hanno perso oltre l’1% lunedì, con le autorità di controllo che hanno mostrato il pugno duro sullo shadow banking e il trading speculativo. Lo Shanghai Composite aveva perso l’1,6% prima di mezzogiorno, e gli indici del paese ora stanno cercando di chiudere la giornata con la maggior perdita giornaliera da dicembre 2016.
Valute Reagiscono alle Elezioni Francesi
I risultati delle elezioni francesi domenica hanno provocato violente reazioni nei mercati globali lunedì, con i traders che hanno reagito alla notizia che le prossime elezioni di maggio vedranno scontrarsi il centrista Emmanuel Macron contro la leader di estrema destra Marine Le Pen. Si prevede che Macron, candidato saldamente pro-Unione Europea, emergerà vittorioso e manterrà la Francia nell’Unione.
Lunedì mattina l’Euro è salito dell’1,1% contro il Dollaro per essere scambiato a 1,0844$. La moneta unica è salita anche contro lo Yen, per scambiato a 119,34 Yen (+2,1%). I profitti dell’Euro hanno fatto scendere parecchio il Dollaro, con un calo dello 0,8% a 99,179.
Ora i traders hanno gli occhi puntati sul meeting di giovedì della Banca Centrale Europea, che si prevede manterrà invariata la politica monetaria accomodante.