L’impegno dell’OPEC a ridurre la produzione è proseguito ad aprile, come hanno confermato i rapporti di martedì, con l’Arabia Saudita che sta mantenendo la produzione al di sotto del proprio target. Gli inaspettati tagli in Libia e in Nigeria sono continuati e la produzione è diminuita, come conseguenza de agitazioni politiche nelle regioni. Ciò nonostante, gli Emirati Arabi Uniti, con una produzione superiore al previsto, hanno mantenuto l’impegno con l'OPEC per il taglio della produzione solo al 90%, contro il 92% che davano le previsioni, secondo un sondaggio di Reuters.
L’OPEC si è impegnato a ridurre la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno per se i mesi a partire dal primo gennaio, con un’aspettativa che i produttori non facenti parte dell’OPEC riducano la produzione di circa la metà rispetto a quest’ultimo.
I prezzi non hanno ribalzato come si aspettava l’OPEC, in gran parte per via di un aumento della produzione negli Stati Uniti. La produzione statunitense sta aumentando ad un ritmo annuale di oltre un milione di barili al giorno, un tasso che non si vedeva dal boom petrolifero del 2012-14. Gran parte dell’aumento viene da parte dei produttori di olio non di scisto in Alaska e nel Golfo del Messico.
La Energy Information Administration ha aumentato le sue previsioni di fine anno da 9,22 milioni di barili al giorno a gennaio a 9,64 ad aprile, e prevede che entro la fine dell’anno si supereranno i massimi stabiliti ad aprile 2015.