Mercoledì pomeriggio i prezzi del petrolio statunitense hanno perso oltre il 4%, ponendo fine agli otto giorni consecutivi di miglioramento, il rally più lungo in cinque anni. Durante la prima parte della sessione asiatica di giovedì, il greggio ha continuato a cercare una direzione, con i futures del greggio WTI che alle 09:40 HK/SIN venivano scambiati a 45,41$ a barile, in aumento dello 0,62%. I futures del Brent sono saliti dello 0,65% a 48,10$ a barile.
Le fluttuazioni di prezzo di mercoledì sono state provocate in parte dall’aumento delle esportazioni dell’OPEC, salite per il secondo mese consecutivo a giugno. In quel mese l’OPEC ha esportato 25,92 milioni di barili, un aumento di 450.000 barili al giorno rispetto a maggio, e di 1,9 milioni di barili rispetto a giugno dello scorso anno. Le profonde perdite sono state mitigate dai dati rilasciati dall’American Petroleum Institute, nei quali si legge che le scorte di greggio negli USA sono scese di 5,8 milioni di barili la scorsa settimana, oltrepassando le aspettative di un calo di 2,3 milioni di barili. La forza del Dollaro non ha migliorato la situazione. Giovedì mattina il biglietto veniva scambiato relativamente piatto, andando a toccare quota 1,13388$ contro l’Euro. Il Dollaro si è mantenuto stabile anche contro lo Yen, scambiato a 113,10.
Titoli Asiatici Fanno Fatica
I titoli asiatici hanno avuto un duro inizio di giornata giovedì, con i traders che hanno reagio ai verbali del meeting di giugno della Federal Reserve Open Market Committee, rilasciati mercoledì. I verbali hanno espresso la preoccupazione della Fed in merito all’impatto che avrebbe sui mercati un aumento dei tassi d’interesse. I funzionari della Fed sarebbero incerti anche su quando iniziare a ridurre il bilancio.
Il giapponese Nikkei 225 veniva scambiato a -0,27% durante la prima parte della sessione di trading, mentre l’indice MSCI, che raccoglie le principali borse asiatiche al di fuori del Giappone è risultato piatto, così come il Kospi sudcoreano. Lo Hang Seng di Hong Kong ha guadagnato lo 0,2%. Le difficoltà in Asia sono iniziate dopo la chiusura leggermente al rialzo del Nasdaq e dello S&P 500 mercoledì, guidati da una ripresa nel settore tecnologico.