Mercoledì mattina i prezzi del petrolio greggio sono scesi al di sotto dei 50$ a barile dopo che i report di martedì hanno mostrato un aumento delle scorte dell’OPEC e di quelle statunitensi. In seguito, martedì, l’American Petroleum Institute ha annunciato un aumento delle scorte negli USA pari a 1,8 milioni di barili la scorsa settimana, portandole a quota 488,8 milioni. Altri rapporti questa settimana hanno indicato che la produzione dell’OPEC nel 2017 ha raggiunto un picco di 33 milioni di barili al giorno, nonostante l’impegno preso dal gruppo per ridurre la produzione, e che è tuttora in vigore.
Alle 09:54 ora di HK/SIN i futures del greggio WTI avevano perso lo 0,67%, scendendo a 48,83$ a barile. Il Brent si è mantenuto oltre la soglia dei 50$, scambiato a 51,47$ a barile. Nonostante alcuni analisti prevedono che il problema globale dell’eccesso di scorte durerà almeno altri cinque anni, continuando a pesare sui prezzi, altri ritengono che un imprevisto avvenimento legato alla politica o al clima potrebbe facilmente ridurre il problema dell’eccesso di scorte che sta flagellando i prezzi.
Il Dollaro è riuscito a mantenersi piuttosto positivo all’inizio della sessione asiatica di mercoledì dopo i dati previsti per ieri sull’attività industriale che è scesa dal picco su tre anni toccato a luglio, a seguito del notevole rallentamento dei nuovi ordini e della spesa dei consumatori. L’industria automobilistica è in testa al rallentamento, con una diminuzione della produzione per gli ultimi tre trimestri. Il rallentamento ha fatto crescere i dubbi sul potenziale di crescita per il terzo trimestre. L’Euro veniva scambiato a 1,1799$ (-0,03%), mentre il Dollaro è salito leggermente contro lo Yen, scambiato a 110,54. L’indice del Dollaro è rimbalzato dai minimi su 15 mesi a 93,134 .DXY.