I verbali rilasciati mercoledì pomeriggio, mostrano che i policy maker della Federal Reserve hanno espresso le loro preoccupazioni per via dell’inflazione debole, e alcuni hanno preferito mantenere invariati i tassi d’interesse fin quando l’inflazione non sarà sotto controllo. A pesare sulla possibilità di un aumento tardivo dei tassi d’interesse è stato anche il tasso di disoccupazione del paese, che a luglio ha toccato quota 4,3%, minimo su 16 anni che era stato toccato anche a marzo 2017.
Secondo Reuters, i mercati finanziari con rendimenti bassi sui bond e indici azionari a massimi record, come stiamo vedendo attualmente negli Stati Uniti, hanno approssimativamente il 40% di possibilità che si verifichi un aumento dei tassi prima della fine dell’anno. Il presidente della Fed di Cleveland Loretta Mester ha riportato che la politica monetaria della Fed non si baserà su dati anormali, ma su cambiamenti previsti.
I verbali hanno mostrato anche che la Fed è pronta ad iniziare a ridurre il proprio portafoglio da 4,2mila miliardi di Dollaro in bond del Tesoro e titoli garantiti da mutui già da settembre, sebbene la Mester ha dichiarato che potrebbero esserci dei ritardi nelle conferme politiche e nella sua eventuale messa in pratica.
Il Dollaro è sceso contro la maggior parte dei suoi principali partner di trading durante la mattinata di giovedì. Il target della Fed per l’inflazione è del 2%, livello che non si tocca da oltre cinque anni. L’inflazione a giugno si è attestata all’1,5%.
Alle 10:00 ora di HK/SIN l’Euro era salito dello 0,16% contro il Dollaro, scambiato a 1,1789$. Anche il Dollaro è salito contro lo Yen, scambiato a 109,69. Il Dollaro australiano ha registrato i profitti maggiori in durante la mattinata, in aumento dello 0,25%. L’indice del Dollaro è sceso dello 0,11% a 93,37 .DXY.