Dopo essere ampiamente saliti mercoledì, giovedì i titoli asiatici sono scesi, dopo che i dati cinesi hanno mostrato risultati più deboli delle aspettative in diversi settori. La produzione industriale, le vendite al dettaglio e gli investimenti di capitale fisso sono risultati tutti inferiori alle aspettative, portando a chiedersi se l’economia cinese non stia annaspando a causa dell’aumento degli interessi passivi.
Un nuovo report dal Boston Consulting Group suggerisce che anche il vantaggio delle economie asiatiche, costruito sulla manodopera a basso costo e sulle esportazioni per far aumentare la crescita, sta affrontando la sfida del cambiamento che la tecnologia ha sul modo di operare dei produttori. Alcune grandi aziende come Adidas e Foxconn hanno già spostato la loro produzione fuori dal territorio cinese per favorire una maggior attenzione alla produzione. Un’altra sfida per la produzione industriale cinese è rappresentata dalla riduzione del divario dei salari, perché questi crescono più velocemente della produzione e riducono il gap fra i salari cinesi e americani.
Alle 12:47 ora di HK/SIN, sia l’ASX 200 che lo Shanghai composite avevano perso lo 0,17%. Il Kospi sudcoreano è andato controtendenza, salendo dello 0,21%. Le difficoltà di giovedì mattina per i mercati asiatici sono iniziate dopo la chiusura di Wall Street a massimi record per la seconda giornata, nonostante il calo dello 0,80% dei titoli Apple.
Lo S&P 500 ha chiuso a +0,08%, il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato lo 0,18% e il Nasdaq Composite è salito dello 0,09% durante la giornata. Inoltre, mercoledì lo S&P 500 ha registrato 31 nuovi massimi su 52 settimane, e il Nasdaq Composite 103 nuovi massimi.
I mercati valutari erano piuttosto stabili giovedì mattina intorno a mezzogiorno, con l’Euro in aumento dello 0,07% contro il Dollaro per essere scambiato a 1,1877$. Il Dollaro ha perso un modesto 0,03% contro lo Yen, scambiato a 110,44, ed è riuscito a mantenersi a distanza dal minimo su 10 mesi registrato la scorsa settimana sulla scia degli uragani Irma e Harvey. Nella tarda giornata di oggi verranno annunciati i dati per l’inflazione dagli USA, che verranno visti come indicativi per il prossimo aumento dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve. Gli analisti si aspettano che l’inflazione porterà ad applicare il prossimo aumento nel 2018, e non quest’anno come originariamente previsto.