Martedì mattina i mercati globali hanno preso una boccata d'ossigeno mentre i trader osservano tutti gli importanti appuntamenti in programma per questa frenetica settimana, tra cui il primo discorso sullo Stato dell'Unione del presidente Trump questa sera e l'ultimo incontro politico del presidente della Federal Reserve Janet Yellen domani. Le perdite di Wall Street di lunedì hanno fatto scendere gli indici asiatici nella giornata di martedì, con l'indice giapponese Nikkei 225 che ha guidato il calo. L'indice di riferimento del paese è crollato dell'1,55% nel primo pomeriggio, prima di rimbalzare leggermente. L'indice Hang Seng di Hong Kong è sceso dello 0,99% alle 13:39 HK/SIN, il Kospi della Corea del Sud è diminunito dell'1% e il Composite di Shanghai ha perso lo 0,63%. Anche l'ASX australiano era in rosso dello 0,87%.
Le diffuse perdite sono state guidate da cali nel settore tecnologico, provocati dal declino notturno di Apple causato dalle segnalazioni di una diminuzione della produzione di iPhone X.
Movimenti dei mercati valutari
Martedì pomeriggio, il dollaro è salito leggermente contro molti dei suoi partner commerciali, con il biglietto verde in rialzo dello 0,10% rispetto all'euro, a 1,2367$. Il dollaro ha inoltre registrato modesti guadagni rispetto al franco svizzero, al dollaro australiano e al dollaro canadese. Tuttavia, si è fermato contro lo yen, in calo dello 0,22% a 108,71. Lunedì, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato di prevedere che prenderà in prestito 441 miliardi di dollari attraverso i mercati del credito nel primo trimestre 2018, meno di quanto precedentemente previsto. I rendimenti dei titoli statunitensi hanno raggiunto il picco al 2,727%, il più alto da aprile 2014, portando un rinnovato interesse nel rendimento del dollaro. Gli analisti attribuiscono anche l'aumento dei rendimenti obbligazionari come l’anticipazione da parte dei trader circa l'imminente incontro della Fed che si concluderà mercoledì.
Sui mercati delle materie prime, i future del WTI statunitense sono scesi dell'1,04% a 64,88 dollari al barile, mentre i future sul petrolio Brent sono scesi dello 0,71% a 68,97 dollari al barile.