Martedì il dollaro è sceso contro la maggior parte dei suoi principali partner commerciali, iniziando l'anno più basso dopo aver toccato un minimo di tre mesi venerdì, l'ultimo giorno di negoziazione del 2017. Il biglietto verde ha chiuso l'anno in calo del 9,8%, la peggiore performance dal 2003. Non sorprende che l'euro abbia visto il suo anno più forte contro il dollaro dal 2003.
Alle 13:41 HK/SIN, l'euro veniva scambiato in rialzo dello 0,08% rispetto al dollaro, a 1,2018$. La sterlina inglese è aumentata dello 0,11% rispetto al biglietto verde, a 1,3515$, e il dollaro è scivolato dello 0,09% contro il dollaro canadese. L'unico guadagno del dollaro di martedì pomeriggio in Asia è stato contro lo yen, dove veniva scambiato a 112,70, un modesto aumento dello 0,05. I trader sono ora in attesa del rilascio del verbale della riunione di dicembre della Federal Reserve previsto per domani, nel quale sono stati aumentati i tassi di interesse nonostante l'opposizione di due importanti funzionari politici.
Le materie prime collegate al dollaro al rialzo nel 2017
La debolezza del dollaro ha contribuito a spingere le materie prime collegate alla valute, con oro, rame e alluminio che ne beneficiano in modo significativo. L'oro ha guadagnato il 13% nel 2017, la sua migliore performance in sette anni. Martedì pomeriggio veniva scambiato 1,308.70$ per oncia. Il prezzo del rame è aumentato del 31% nel 2017, raggiungendo un massimo di quattro anni prima di arretrare leggermente martedì. L'alluminio ha guadagnato il 34% nel 2017.
I futures sul petrolio greggio Brent hanno chiuso l'anno con un aumento di prezzo del 17%, sostenuto dall'aumento della domanda e dalla riduzione delle scorte globali, in parte a causa dagli intensi sforzi dell'OPEC per ridurre la produzione. Il Brent ha guadagnato lo 0,39% nel primo giorno di negoziazione del 2018, a 67,13$ al barile. I future del WTI statunitense sono aumentati dello 0,40% a 60,66$ al barile.