I prezzi del petrolio sono rimasti stabili durante la sessione asiatica di lunedì, rimanendo appena sotto i livelli della scorsa settimana dopo che i dati hanno mostrato una leggera diminuzione del numero di impianti di trivellazione statunitensi per la nuova produzione, a meno 5 impianti, portandoli a un totale di 742. I futures del WTI statunitense hanno guadagnato lo 0,18% a 61,55$ al barile, mentre i futures sul petrolio greggio Brent sono aumentati dello 0,13% a 67,71$ al barile alle 14:51 HK/SIN. Ciononostante, gli analisti si stanno preparando per una virata al ribasso, se e quando la produzione americana sfonderà i 10 milioni di barili al giorno, un traguardo che dovrebbe essere raggiunto abbastanza presto a causa dell'aumentata produzione dei trivellatori. Se la produzione continuasse a salire, i prezzi potrebbero vacillare nonostante i tagli alla produzione dell'OPEC e gli sforzi continui per controllare i prezzi del petrolio.
Azioni globali verso massimi decennali
Le borse asiatiche sono salite ampiamente lunedì, dopo che Wall Street ha terminato al rialzo venerdì, mostrando il più forte inizio annuale in un decennio. Venerdì il Dow ha chiuso in rialzo del 2,3 percento sulla settimana e l'indice S&P 500 ha chiuso in rialzo del 2,6 percento sulla settimana. Il Nasdaq ha registrato i guadagni più ripidi, chiudendo al rialzo del 3,4% sulla settimana, nonostante i dati sui salari che hanno mancato le previsioni. L'ASX 200 australiano è cresciuto dello 0,13% rispetto ai massimi di quasi dieci anni, il Kospi della Corea del Sud ha guadagnato lo 0,63% e lo Shanghai Composite ha guadagnato lo 0,24% nel primo pomeriggio in Asia. Lunedì i mercati giapponesi sono stati chiusi per festività nazionali, ma la scorsa settimana sono riusciti a raggiungere dei massimi non colpiti dal 1992.
Le prossime sfide fondamentali per i mercati saranno i prezzi al consumo degli Stati Uniti e i dati sulle vendite al dettaglio in uscita venerdì, e le relazioni sull'inflazione cinese di dicembre che si terranno mercoledì.