Martedì mattina il dollaro è salito contro i suoi principali partner commerciali, mentre gli indici azionari hanno messo in pausa la loro serie di vincite. Il Nikkei 225 giapponese era in calo dell'1,25% nei primi scambi asiatici e dell'1,08% in meno rispetto alle 13:47 HK/SIN, appesantito dal settore finanziario e da quello manifatturiero. Il Kospi della Corea del Sud ha perso l'1,03%, mentre l'indice Hang Seng di Hong Kong è sceso dello 0,15%, principalmente a causa del calo del settore tecnologico. L'ASX 200 australiano è rimasto invariato. I volumi degli scambi sono stati bassi a causa delle festività nazionali in Cina, Taiwan e Vietnam. Le borse asiatiche hanno seguito il ribasso degli indici europei. Lunedì, le borse europee hanno chiuso tre giorni consecutivi di aumenti, concludendo la giornata ampiamente in ribasso.
L'indice del dollaro è stato scambiato a 89,35 .DXY, leggermente al di sotto del massimo di 89,442 colpito lunedì, ma ancora sopra i minimi della scorsa settimana. Il dollaro si è stabilizzato contro lo yen, scambiando in rialzo dello 0,18% a 106,78. Il dollaro è stato anche più alto nei confronti dell'euro, scambiato a 1,2383$.
Movimenti del petrolio
I prezzi del petrolio sono stati misti martedì dopo il rialzo di lunedì a seguito dell'annuncio del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, per cui Israele avrebbe indipendentemente agito contro l'Iran se necessario. I prezzi più alti sono stati ulteriormente sostenuti dalla riduzione dei flussi dal gasdotto canadese Keystone, la cui produzione è ostacolata dall'anno scorso da una perdita. Lunedì, il segretario generale dell'OPEC, Mohammad Barkindo, ha annunciato che l’accordo dell'OPEC sui tagli imposti alla produzione è pari al 133%, in aumento rispetto al 107% dello scorso anno. Tuttavia, l'aumento della produzione negli Stati Uniti minaccia continuamente di minare gli sforzi dell'OPEC. I future del WTI statunitense sono saliti dell'1,04% a 62,32$ al barile, ma i future sul petrolio Brent sono scesi dello 0,30% a 65,47$ al barile.