I mercati globali e il dollaro sono stati messi sotto pressione martedì mattina dopo che Gary Cohn, direttore del Consiglio Economico Nazionale e uno dei maggiori consiglieri del presidente americano Trump, ha annunciato le sue dimissioni. Cohn era un aperto sostenitore del libero commercio e le sue dimissioni potrebbero segnalare una mossa del presidente Trump verso il protezionismo che potrebbe innescare una guerra commerciale globale, per cui gli investitori temono i leader globali. Anche se Cohn non ha pubblicizzato le ragioni della sua decisione, il suo annuncio è arrivato subito dopo che Trump ha annunciato la sua intenzione di attenersi alla sua rigida tariffa del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio, una mossa contraria a Cohn. Trump ha a lungo sostenuto che le tariffe avrebbero contribuito a ridurre il pesante deficit commerciale dell'America, anche se gli scettici sostengono che le contro-tariffe causerebbero problemi diversi e altrettanto difficili per l'economia americana.
Martedì, l'annuncio di Cohn ha avuto un impatto immediato sul mercato, con il dollaro che è sceso dello 0,6% rispetto allo yen ai minimi di 16 mesi, cancellando i guadagni di martedì, spinti sembra dal prematuro ottimismo secondo cui si sarebbe evitata una guerra commerciale. Alle 13:42 HK/SIN il biglietto verde ha recuperato leggermente, ma era ancora in calo dello 0,53% a 105,54. Il dollaro è stato misto rispetto ai suoi principali partner commerciali, scendendo contro l'euro a 1,242$ ma guadagnando contro il dollaro canadese e il dollaro australiano. Il dollaro canadese è stato particolarmente colpito dai timori di una guerra commerciale in quanto è il più grande fornitore di acciaio e alluminio per gli Stati Uniti. L'indice del dollaro è salito dello 0,08% a 89,50 .DXY.
Anche gli indici azionari globali hanno faticato a causa delle notizie sulle dimissioni di Cohn. Il Nikkei 225 è sceso di un altro 0,78% dopo aver guadagnato più del 2% martedì. L'indice Hang Seng è sceso dello 0,50% e l'ASX 200 australiano è sceso dell'1,01% nel primo pomeriggio in Asia. Anche le materie prime sono state scambiate al ribasso a causa dei timori che le potenziali guerre commerciali potrebbero ostacolare la crescita globale. Solo i future sull'oro sono stati scambiati al rialzo in quanto hanno rappresentato un bene rifugio, con un modesto guadagno dello 0,02% a 1,335,50$ l'oncia. Argento, platino e rame sono stati tutti scambiati al ribasso, così come i future del WTI statunitense e del Brent, entrambi in calo giusto sotto lo 0,90%.