Lunedì i prezzi del petrolio sono diminuiti dopo essere calati vertiginosamente nella sessione precedente, messi sotto pressione da un potenziale allentamento dei tagli alla produzione, imposti dall'OPEC l’anno scorso. I tagli alla produzione sono riusciti a mantenere l'offerta al minimo e hanno spinto i prezzi più in alto, anche se negli ultimi mesi gli Stati Uniti hanno aumentato costantemente la produzione. Le società energetiche statunitensi hanno aggiunto 15 impianti di perforazione la scorsa settimana, portando il totale a 859. Questo è il numero di impianti più alto dal 2015.
Per affrontare potenziali problemi di approvvigionamento, l'Arabia Saudita e la Russia stanno rimuginando sulla possibilità di mettere un freno ai loro tagli alla produzione, che consentirebbero l'ingresso di più petrolio nel mercato, una mossa che potrebbe far scendere i prezzi ancora più in basso.
“Il ritmo del recente aumento dei prezzi del petrolio ha scatenato un dibattito tra gli investitori sul fatto che questo pone dei rischi al ribasso per la crescita globale”, ha scritto nel corso del weekend Chetan Ahya, Chief Economist della banca statunitense Morgan Stanley. Hannah Anderson, stratega del mercato globale per la J.P. Morgan Asset Management, ha detto che si aspetta che i prezzi oscillino in un intervallo ristretto intorno ai 60 dollari, un livello che si crede metterà a suo agio anche l'OPEC.
Alle 13:04 (HK/SIN), i future del WTI statunitense sono diminuiti del 2,45% a 66,22$ al barile. I future sul greggio Brent sono scesi dell'1,78% (o di 1,36 dollari al barile) a 75,08 dollari al barile.
Mercati asiatici scambiano misti
I mercati asiatici erano contrastanti lunedì dopo che Wall Street ha chiuso in rosso venerdì. Gli indici regionali sono stati messi sotto pressione allo svilupparsi delle tensioni geopolitiche tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord. Eppure, nel primo pomeriggio la maggior parte dei mercati asiatici erano nel verde dopo aver sofferto all'inizio della sessione. Il Kospi della Corea del Sud ha guadagnato lo 0,59%, mentre lo Shanghai Composite ha guadagnato lo 0,18%. L'indice Hang Seng di Hong Kong è cresciuto dello 0,56%. Il Nikkei 225 giapponese era relativamente piatto. L'ASX 200 australiano ha visto le maggiori perdite nel primo pomeriggio, scambiando in ribasso dello 0,62%.