Martedì i prezzi del petrolio sono saliti più in alto, alimentati dalle preoccupazioni geopolitiche in Venezuela e dalla possibilità che gli Stati Uniti possano sanzionare il paese in difficoltà. A mettere sotto pressione i prezzi del petrolio, è stato anche il potenziale per ulteriori tagli alla produzione da parte dell'Iran a seguito di un nuovo elenco di richieste rilasciate da Washington. Tra le richieste avanzate dagli Stati Uniti, l'Iran deve cancellare il suo programma nucleare e ritirarsi dalla guerra civile in Siria. Alle 14:01 (HK/SIN), i future sul greggio Brent sono aumentati di 23 cent al barile, a 79,47$ al barile. I future del WTI statunitense sono aumentati di 27 cent a barile a 72,52$ al barile.
Lunedì, il presidente venezuelano Nicolas Madura ha subito una condanna a livello internazionale dopo essere stato rieletto nelle votazioni del fine settimana, che però sono state in gran parte considerate una farsa. La produzione petrolifera del paese è diminuita di un terzo negli ultimi due anni, al punto più basso degli ultimi decenni. Le potenziali sanzioni degli Stati Uniti contro il regime socialista del Venezuela causeranno probabilmente ulteriori cali produttivi.
Il rapido aumento dei prezzi del petrolio ha scatenato preoccupazioni sull’aumento dell'inflazione e sul potenziale ritmo di aumento più rapido per i tassi di interesse statunitensi. La forza del dollaro ha messo sotto pressione i mercati emergenti, e i mercati asiatici hanno faticato a mantenere i guadagni martedì. L'indice giapponese Nikkei 225 era in calo dello 0,12% a metà pomeriggio. L'ASX 200 australiano ha perso lo 0,79% e lo Shanghai Composite ha perso lo 0,46%. L'indice Kospi sudcoreano e l’Hang Seng di Hong Kong sono riusciti a ricavare alcuni guadagni. Sebbene l'economia globale sia rimasta forte dall'inizio del 2018, gli investitori sono preoccupati che la rapida espansione sarà insostenibile.
Il dollaro ha visto un trading misto martedì, oscillando vicino ai massimi di cinque mesi colpiti lunedì. Il dollaro ha fruttato alcuni guadagni contro l'euro scambiando a 1,1785$, ma è diminuito dello 0,11% rispetto allo yen a 110,92. Martedì pomeriggio in Asia, il dollaro è crollato anche contro il dollaro canadese, il franco svizzero e il dollaro australiano.