La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha continuato a peggiorare questa settimana, spingendo i mercati più in basso e inviando i commercianti verso i beni di rifugio sicuro. Americans for Free Trade è una coalizione su Washington costituita da più di 60 gruppi industriali statunitensi per combattere il presidente Trump e il suo fervore per l'implementazione di ancor più dazi nei prossimi mesi. Sebbene i dazi di Trump siano stati avviati con l'obiettivo specifico di creare più posti di lavoro negli Stati Uniti, molte industrie stanno ora affrontando licenziamenti e costi crescenti.
Altri 200 miliardi di dollari di dazi sono attualmente in attesa di attuazione, con minacce per ulteriori dazi che potrebbero coprire tutte le importazioni cinesi negli Stati Uniti. Mercoledì il presidente Trump ha annunciato di essere “pronto ad andare, se lo desidera” con altri 267 miliardi di dollari di dazi sulle merci cinesi. La Cina ha risposto a queste minacce ricercando sanzioni all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), citando l’innoservanza di Washington nel comandare sui dazi antidumping. L'accusa della Cina contro gli Stati Uniti richiederà molti anni di combattimenti legali prima che le sanzioni possano essere approvate, ma la Cina tenterà di accelerare il processo chiedendo un'autorizzazione speciale in una riunione del 21 settembre. La Cina ha lanciato la denuncia nel 2013. Pechino ha anche promesso ulteriori ritorsioni se i dazi statunitensi continuassero ad espandersi.
Mercoledì i mercati asiatici sono stati ampiamente inferiori. Alle 13:23 (HK/SIN), il Nikkei 225 giapponese era in calo dello 0,31%. Lo Shanghai Composite ha perso lo 0,37% e il Composite di Shenzhen è sceso dello 0,46%. Il Kospi della Corea del Sud ha perso lo 0,22% e l'indice Hang Seng di Hong Kong è stato inferiore dello 0,20%. Il problema in Asia è arrivato dopo una chiusura più alta di tutti e tre gli indici principali su Wall Street.
Anche i prezzi dell'oro mercoledì sono stati inferiori poiché la guerra commerciale ha spinto i commercianti ad affluire verso il dollaro USA. Il metallo prezioso è rimasto bloccato in un intervallo di prezzo di 20$ nelle ultime due settimane, senza il verificarsi di eventi tecnici, e gli operatori portano pazienza mentre aspettano l'annuncio della Federal Reserve di settembre, che potrebbe spingere ulteriormente il dollaro, una mossa che abbasserebbe ancor più il prezzo dell'oro. Nel primo pomeriggio in Asia, l'oro era scambiato in calo dello 0,26%, a 1199,10$ l'oncia.