Il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente pubblicato un rapporto in cui afferma che solo i fattori macroeconomici, non le tariffe, contribuiscono a modificare l'equilibrio commerciale tra due paesi. Nonostante non sia esplicito, il capitolo delle prospettive economiche mondiali del FMI dell'aprile 2019 sembra fare un riferimento all'attuale politica commerciale degli Stati Uniti.
La bilancia commerciale aggregata, che è la differenza tra il valore delle importazioni e delle esportazioni di due nazioni, sembra non essere influenzata dall'uso di meccanismi come le tariffe, sostiene il rapporto. Infatti, secondo le prove rilevate, tali cambiamenti sono meglio spiegati dall'effetto combinato di diversi fattori macroeconomici, almeno negli ultimi due decenni.
Ciò mette in dubbio la strategia commerciale internazionale di Trump, che si basa principalmente sull'imposizione di dazi doganali su altri paesi allo scopo di modificare il saldo delle importazioni e delle esportazioni e di raggiungere uno più favorevole. Ironicamente, nonostante questo intento, il deficit commerciale americano ha recentemente raggiunto livelli record.
Lo studio, che si basa sui dati di 63 paesi in 20 anni, afferma che altri fattori come i dati demografici, la politica fiscale e i livelli di domanda interna spiegano meglio i cambiamenti nel saldo commerciale dell'economia di un paese. Le modifiche delle tariffe bilaterali, d'altra parte, hanno un ruolo più moderato nello spiegare tali cambiamenti.
Tuttavia, ciò non significa che le tariffe non abbiano effetti sullo stato dell'economia. In effetti, la relazione afferma che l'aumento delle tariffe in genere danneggia la crescita economica, i livelli di produttività e l'occupazione non solo nei paesi coinvolti, ma anche nei paesi che fanno parte delle complesse catene del valore globali.
Ciò accade perché altri paesi possono beneficiare della deviazione commerciale quando un paese decide di imporre tariffe sui beni di uno specifico partner commerciale. Questo è il motivo per cui, in generale, la bilancia commerciale aggregata rimane invariata.
Il FMI raccomanda di concentrarsi su altri fattori macroeconomici ed evitare politiche distorsive. Sottolineano inoltre che la riduzione degli ostacoli agli scambi è generalmente vantaggiosa per gli agenti coinvolti, sebbene possa interessare i gruppi svantaggiati, quindi raccomandano di prendere in considerazione politiche complementari.