Secondo i dati della Commissione europea, l'Italia non rispetta le regole di spesa dell'Unione europea.
La Commissione Europea ha riferito che il debito dell'Italia era pari a circa il 132% del suo PIL nel 2018, che è contrario al limite del 60% fissato dall'Unione europea. La commissione ha anche avvertito che la situazione potrebbe peggiorare nel 2019 e nel 2020 e ha raccomandato all'UE di intraprendere un'azione legale.
L'Italia ha beneficiato di pacchetti di salvataggio offerti dal Fondo Monetario Internazionale e dalla banca Centrale Europea (BCE) al fine di evitare un'inadempienza al proprio debito che avrebbe interessato l'euro. Come condizione per ottenere i prestiti, il FMI e la BCE richiedevano misure di austerità dai mutuatari.
L'Italia è una delle maggiori economie dell'eurozona e ha il secondo maggior onere del debito in tutta l'Unione europea. In poche parole, se dovesse accadere un default del debito, minaccerebbe la stabilità dell'euro.
L'Italia respinge gli avvertimenti della BCE
Anticipando la mossa della Commissione europea, il governo italiano ha sfidato gli avvertimenti e ha respinto i problemi e ha messo in discussione le scelte della politica della Commissione. Non è la prima volta che il governo italiano mette in discussione le politiche e le regole della Commissione; in passato, i legislatori italiani sono arrivati al punto di etichettare le leggi del bilancio comunitario "obsolete".
"Sono sicuro che a Bruxelles rispetteranno la nostra volontà", ha detto il rappresentante italiano Matteo Salvini, "l'unico modo per tagliare il debito creato in passato è tagliare le tasse".
Il vice primo ministro, Matteo Salvini, ha commentato che le misure di austerità "hanno solo prodotto più indebitamento, precarietà e disoccupazione", e che l'Italia dovrebbe prendere la strada dell'opposizione per risolvere i suoi problemi fiscali.
L'Italia ha anche lamentato il fatto che la Commissione li stia individuando, nonostante il fatto che altri paesi (come Cipro o la Francia) abbiano gli stessi problemi fiscali.