I parametri di riferimento asiatici sono stati ampiamente più bassi mercoledì mattina, spinti dalle preoccupazioni per una forte Brexit e dalle preoccupazioni che la guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina sarà ritardata nel prossimo futuro. Il Nikkei 225 giapponese è sceso dello 0,98 % alle 10:38 di HK / SIN, mentre l'Hang Seng Index di Hong Kong e il Kospi della Corea del Sud hanno subito maggiori perdite, scambiando rispettivamente dell'1,50 % e dell'1,18 %. Anche l'ASX 200 australiano, che spesso contrasta la tendenza, è sceso dello 0,29 %. Le perdite in Asia sono seguite a una giornata di perdite a Wall Street, dove tutti e tre gli indici di riferimento si sono conclusi martedì.
Martedì a Shanghai è iniziato un nuovo ciclo di negoziati commerciali e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha prontamente, twittando che se verrà rieletto il risultato potrebbe non essere un accordo commerciale o un accordo più duro. Il tono di Trump si è rivelato altamente infiammatorio, facendo sì che i trader si chiedessero se un accordo sarà realizzato a breve termine. I dati diffusi mercoledì mattina hanno rivelato che l'attività produttiva in Cina si è contratta per il terzo mese consecutivo a luglio, influenzata direttamente dalla guerra commerciale tra le due superpotenze economiche. L'indice dei gestori degli acquisti (PMI) ufficiale del paese si è attestato a 49,7 a luglio, poco meno del punto 50 che distingue l'espansione dalla contrazione.
I mercati sono stabili mentre gli operatori aspettano la Fed
Martedì il presidente Trump ha anche invitato la Federal Reserve a tagliare i tassi di interesse più del previsto quarto di punto e ha ribadito le sue critiche sul fatto che la Fed avrebbe dovuto agire prima. L'indice del dollaro USA è rimasto stabile nei primi scambi asiatici, con un modesto 0,01 % a 98,06 dx. Il dollaro si è allentato rispetto allo yen, scendendo dello 0,04 % a 108,55. Era stabile rispetto al dollaro, ma il biglietto verde si è allentato rispetto al dollaro canadese, scendendo dello 0,08 %.
I futures sull'oro USA erano stabili anche prima dell'annuncio della Fed, scambiando leggermente in calo a 1.428,80 $ per oncia.