I futures del petrolio greggio WTI statunitense e i prezzi del greggio Brent europeo sono entrambi balzati di oltre l'1% durante gli scambi asiatici di lunedì, poiché le tensioni in Medio Oriente preoccupano i trader in merito ai livelli di offerta globale e al potenziale di interruzioni future. Nel fine settimana, i ribelli yemeniti Houthi si sono offerti di fermare gli attacchi in Arabia Saudita nel caso in cui i sauditi si allontanino dallo Yemen, riaprendo l'aeroporto di Sana’a e revocando l'attuale blocco sul porto di Hodeidah. L'offerta degli Houthi è arrivata subito dopo che una coalizione guidata dai sauditi ha intercettato una nave Houthi contenente una bomba vicino a Hodeidah la scorsa settimana. Secondo Al Jazeera, l'inviato delle Nazioni Unite per lo Yemen ha affermato che l'offerta degli Houthi potrebbe porre fine a anni di conflitti mortali nella regione.
Tuttavia, gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita si chiedono se l'offerta sia pertinente in quanto i due paesi continuano a sostenere che non siano stati i ribelli Houthi, ma gli aggressori iraniani ad effettuare gli attacchi a due importanti giacimenti petroliferi sauditi la scorsa settimana.
I futures sul WTI degli Stati Uniti sono aumentati dell'1,03 percento alle 13:30 HK / SIN, ai 58,79$ al barile, mentre i future sul Brent sono saliti dell'1,06% ai 64,96$ al barile.
Petrolio sotto ulteriori pressioni
Secondo Bloomberg, l'Arabia Saudita si impegna a prevenire un calo dei livelli delle esportazioni dopo l'interruzione dei suoi giacimenti petroliferi primari, in quanto tale interruzione non farebbe altro che aumentare i prezzi. Tuttavia, molti analisti si domandano se il piano di risanamento dell'Arabia Saudita sia realistico, data l'entità del danno e il breve calendario che hanno fornito.
Nel frattempo, Saam Aramco ha stimato un mese di inventari, riferisce Bloomberg. Se non riusciranno a riparare rapidamente la struttura di Abqaiq, le scorte inizieranno a esaurirsi e la fornitura globale verrà interrotta, con un immediato impatto negativo sull'economia globale.
Tuttavia, i numeri reali relativi agli inventari non sono del tutto noti, poiché i barili di ottobre erano già salpati prima degli attacchi dei droni, a significare che mentre gli inventari globali probabilmente rimarranno sostanzialmente stabili all'inizio di ottobre, potrebbe esserci un buco nel livelli di inventario verso fine mese, in direzione del mese di vnovembre.
Per ora, l'Arabia Saudita continua a sostenere che tutto procede nel miglior modo possibile e che continuerà a rimanere un fornitore leader di petrolio a livello globale; resta da vedere se quest'affermazione rispecchia la verità.