Nel mese di ottobre, le attività della manifattura giapponese sono diminuite al ritmo più rapido degli ultimi tre anni, a causa di una diminuzione dei nuovi ordini, secondo i dati di mercoledì. Il rapporto è stato un altro segno della debole performance globale che potrebbe segnalare una recessione vicina anche se un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina si materializzasse miracolosamente. Il totale dei nuovi ordini in Giappone è diminuito al ritmo più rapido da dicembre 2012, mentre la produzione di fabbrica e gli ordini futuri si sono contratti in risposta. Anche l'economia giapponese è stata colpita da un tifone che ha colpito il paese all'inizio di ottobre e un aumento delle vendite dall'8% al 10% che ha inibito la spesa. Nel loro insieme, i dati giapponesi potrebbero essere la spinta di cui la Banca del Giappone ha bisogno per attuare nuove misure di stimolo nell'economia del paese.
Sempre mercoledì, il Fondo monetario internazionale ha espresso preoccupazione per la crescita in altre aree dell'Asia, annunciando che la crescita economica potrebbe rallentare peggio di quanto inizialmente previsto. L'FMI ha previsto che la crescita di Hong Kong quest'anno sarà solo dello 0,3 per cento, inferiore del 2,4 per cento rispetto alla sua proiezione originale per l'anno. La proiezione al ribasso arriva dopo mesi di disordini politici associati agli impatti dell'attuale guerra commerciale. Carrie Lam, l'attuale amministratore delegato di Hong Kong, ha annunciato all'inizio di questo mese che Hong Kong è caduta in una recessione tecnica.
La crescita annuale della Corea del Sud potrebbe essere solo del 2%, lo 0,6% in meno rispetto alle previsioni originali, secondo il rapporto del FMI, mentre le prospettive di crescita economica di Singapore sono state riviste allo 0,5%.
La domanda interna in Asia ha resistito abbastanza bene quest'anno, ma le esportazioni e gli investimenti sono stati "indeboliti in modo significativo" dall'inizio della guerra commerciale, che ha danneggiato sia le economie locali sia la più ampia economia asiatica. Giovedì pomeriggio i mercati asiatici sono stati contrastati, con il Kospi della Corea del Sud in calo dello 0,08 per cento e lo Shanghai Composite in calo dello 0,22 per cento a partire dalle 13:06. HK / SIN. Il composito di Shenzhen è sceso dello 0,38 percento. Sul lato positivo, il Nikkei 225 giapponese è cresciuto dello 0,59 percento e l'indice Hang Seng di Hong Kong ha guadagnato lo 0,47 percento. L'ASX 200 australiano è cresciuto dello 0,29 percento.
Sui mercati delle materie prime, i future sul petrolio sono crollati giovedì, una mossa indotta da segnalazioni di una domanda debole. I futures WTI degli Stati Uniti sono scesi dello 0,80 per cento a 55,52 $ al barile mentre i futures sul greggio Brent sono scesi dello 0,52 per cento a $ 60,85 al barile. Mercoledì la Energy Information Administration ha annunciato che la scorsa settimana gli inventari del greggio degli Stati Uniti sono diminuiti di 1,7 milioni di barili, negando le previsioni degli analisti di un aumento di 2,2 milioni di barili. I dati hanno spinto mercoledì i mercati petroliferi a quasi il 2 percento.