Il sottile trading di giovedì ha fatto ben poco per aiutare la precaria posizione dell’oro, dato che a novembre il metallo prezioso si trova di fronte alla possibilità di vedere il suo mese peggiore in tre anni. Le grandi speranze per un accordo commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina hanno allontanato i commercianti da beni rifugio come l’oro, per avvicinarli ad asset più rischiosi e offerte basate sul dollaro. I prezzi dell’oro sono scesi di quasi il 4% a novembre, il peggior calo da novembre 2016. I prezzi dell’oro sono scesi per sei giorni consecutivi prima di guadagnare leggermente durante la sessione asiatica di venerdì. I future sull’oro erano scambiati ai 1.464,10 $ l’oncia alle 14:53 HK / SIN.
Negli ultimi tempi i prezzi dell’oro hanno subito fluttuazioni significative, soprattutto quando vi sono state notizie su un possibile accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina. Se l’ottimismo è alto, i prezzi dell’oro scendono immediatamente, ma se i trader temono un fallimento, ritornano immediatamente ad asset più sicuri. Grazie alla guerra commerciale in corso, i prezzi dell’oro hanno guadagnato quasi il 13% nel 2019.
Venerdì gli indici di riferimento asiatici hanno scambiato ampiamente inferiori, dopo una giornata di silenzio a Wall Street, poiché i mercati sono stati chiusi per le vacanze del Ringraziamento. Le flessioni sono arrivate dopo una giornata di perdite giovedì, provocate da nuovi timori commerciali dopo che il presidente degli Stati Uniti Trump ha confermato due progetti di legge pro-Hong Kong.
Il Nikkei 225 giapponese è sceso dello 0,49 percento a metà pomeriggio, mentre l’australiano ASX 200 è sceso dello 0,26 percento. L’indice Hang Seng di Hong Kong è crollato dell’1,93% e il Kospi della Corea del Sud ha perso l’1,45%. Anche gli indici di riferimento cinesi, lo Shanghai Composite e lo Shenzhen Composite erano in rosso.