Mercoledì, i prezzi del petrolio si sono ritirati dal loro prezzo di chiusura massimo in dodici settimane, dopo che i rapporti dell’American Petroleum Institute hanno riflesso un aumento delle scorte statunitensi di 1,41 milioni di barili, portandoli a un totale di 447 milioni di barili. Questa scoperta era in netto contrasto con le previsioni degli analisti di Bloomberg che chiavano un calo delle scorte di 3 milioni di barili. Gli analisti di Reuters avevano previsto una diminuzione di 2,8 milioni di barili. Di recente, i prezzi del petrolio sono stati scambiati vicino ai massimi di tre mesi e proprio la scorsa settimana sono stati ulteriormente potenziati da una decisione dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) e dei suoi alleati di tagliare la produzione di altri 500.000 barili al giorno per almeno il primo trimestre 2020.
I future sullo statunitense WTI erano in calo dello 0,64 percento alle 12:00 GMT di mercoledì, ai 58,86$ al barile. I future sul greggio Brent sono scesi dello 0,79 percento ai 63,83 al barile$. I prezzi del petrolio sono stati particolarmente vulnerabili alla guerra commerciale USA-Sino, poiché gli analisti sono preoccupati che una guerra commerciale prolungata possa ridurre la domanda. La minore domanda, unita a un aumento delle scorte statunitensi, potrebbe mantenere bassi i prezzi, nonostante i migliori sforzi dell’OPEC per rafforzarli.
Con l’incombente, prossima scadenza commerciale e rapporti contrastanti sul raggiungimento di un accordo in tempo, il petrolio resta intrappolato nel mirino della guerra commerciale e i prezzi continueranno a rimanere vulnerabili a questi sviluppi diplomatici.
Secondo l’Energy Information Administration (EIA), il cui rapporto ufficiale uscirà mercoledì, gli Stati Uniti sono sulla buona strada per diventare un esportatore netto di greggio e carburante per la prima volta nel 2020, grazie in gran parte all’ondata di produzione del paese che ha ridotto la sua dipendenza dal petrolio importato.
In altre notizie del settore, Saudi Aramco, l’offerta pubblica iniziale (IPO) più grande del mondo ha schiacciato le aspettative mercoledì mattina, dopo il suo debutto sulla borsa saudita di Tadawul. Le azioni della società sono aumentate del 10 percento, dandole una valutazione di 1,880 miliardi di dollari e rendendola la più grande società quotata al mondo, con una valutazione significativamente superiore a quella di Apple e Microsoft.