I future sul petrolio erano sostanzialmente più bassi lunedì, spinti da dati che hanno mostrato un calo delle esportazioni cinesi per il quarto mese consecutivo. Gli analisti si aspettavano un aumento delle esportazioni cinesi dell’1 percento. I future sul petrolio greggio WTI degli Stati Uniti sono crollati dell’1,11% ai 58,54$ al barile alle 12:20 GMT, mentre i future sul greggio Brent sono scesi dell’1,06 percento ai 63,71$ al barile. La svolta negativa è avvenuta nonostante, alla fine della scorsa settimana, l’OPEC si sia impegnato a ridurre la produzione di ulteriori 500.000 barili al giorno almeno fino a marzo 2020. A fine 2018 l’OPEC aveva annunciato un taglio del prodotto di 1,2 milioni di barili al giorno nel 2019. Venerdì, hanno annunciato che il un nuovo ciclo di tagli ridurrà il numero di ulteriori 500.000 barili al giorno, fissando i tagli alla produzione a 1,7 milioni di barili al giorno. Secondo i rapporti della CNBC, il taglio è stato maggiore del previsto. L’annuncio dei tagli dopo la riunione dell’OPEC della scorsa settimana ha fatto salire i prezzi del petrolio WTI di quasi il 7 percento durante la settimana, mentre i futures del Brent di circa il 3 percento.
A mettere pressioni sui prezzi del petrolio nelle ultime sessioni è stata l’aspettativa di una domanda inferiore al normale durante questa stagione festiva, in parte dovuta alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, e in parte a causa dei segnali di rallentamento economico che si stanno manifestando in varie economie globali. D’altro canto, i prezzi dell’oro sono saliti lunedì pomeriggio, con i future sul metallo prezioso in rialzo dello 0,23 percento ai 1,268,50$ al barile, poiché alla luce della persistente incertezza economica globale, i trader hanno mostrato favoritismi per il bene rifugio.
Il dollaro USA ha continuato a lottare lunedì pomeriggio in Europa, scivolando contro lo yen giapponese dopo essersi difeso durante la sessione asiatica. Il biglietto verde è sceso dello 0,11 percento contro lo yen, toccando quota 108,47. La sterlina britannica è cresciuta dello 0,21 percento rispetto al dollaro, scambiando agli 1,216$, e l’euro è salito modestamente nella sessione di negoziazione asiatica, guadagnando lo 0,13 percento subito dopo mezzogiorno a Londra, per scambiare agli 1,1072$. L’indice del dollaro è sceso dello 0,11 percento a 97,59. DXY.