La domanda di beni rifugio è aumentata significativamente dopo la segnalazione di un forte aumento dei casi di coronavirus. Una nuova metodologia diagnostica ha indicato che ci sono quasi 15.000 nuovi casi segnalati oggi, rispetto ai 1.638 segnalati martedì. Gli asset a rischio più elevato, in particolare quelli legati alle sorti dell'economia cinese, soprattutto i dollari australiano e neozelandese, sono stati particolarmente colpiti. Anche l'euro è finito sotto pressione di vendita, toccando un minimo di 4 anni e mezzo contro il bene rifugio franco svizzero. Sulla scia del virus, i responsabili politici in Cina hanno messo in atto una serie di misure nel tentativo di stabilizzare l'economia della nazione.
La coppia EUR/CHF è stata scambiata agli 1,0626 franchi svizzeri, con una perdita dello 0,0686%, uscendo dal minimo precedente degli 1,06207 franchi svizzeri. L'AUD/JPY è stato scambiato ai 73,78 Yen, in calo dello 0,4869%; la coppia ha variato da un minimo dei 73,639 Yen a un picco dei 74,208 Yen. Il NZD/JPY era inferiore, scambiato ai 70,799 Yen, con una perdita dello 0.4415% e in calo rispetto al minimo precedente dei 70,644 Yen.
Mercati in attesa del PIL dell'UE
L'Euro stava lottando per trovare trazione dopo che ieri è stato segnalato un inaspettato calo della produzione manifatturiera. Eurostat ha riportato una lettura mensile destagionalizzata del -2,1%, ben al di sotto del -1,6% previsto; la lettura precedente dello 0,2% è stata rivista allo 0%. Su base annua, la produzione industriale è scesa al -4,1%, contro un previsto -2,3%, con una revisione dei numeri precedenti dal -1,5% al -1,7%. Gli analisti affermano che ciò non è di buon auspicio per la pubblicazione dei dati preliminari sul PIL del quarto trimestre di domani. Attualmente, gli analisti prevedono che la crescita annualizzata sarà all'1% (invariato), mentre la crescita trimestrale sarà allo 0,1% (invariato). La coppia EUR/USD è stata scambiata agli 1,0882$, in rialzo dello 0,1058%.